TAIZÉ, giovedì, 28 gennaio 2010 (ZENIT.org).- A seguito dei suggerimenti di un giovane haitiano, la Comunità di Taizé ha invitato tutti coloro che possono a pregare, individualmente o in gruppo, per il popolo di Haiti il 12 di ogni mese per 12 mesi, dopo il terremoto del 12 gennaio.
Il sevizio stampa della Comunità ha reso noto che prima del 12 febbraio verrà pubblicato sulla web di Taizé un suggerimento di preghiera da usare in quel giorno.
Il giovane che ha proposto l’iniziativa è stato volontario a Taizé nell’estate 2006. Ora ha sottolineato l’importanza della preghiera e assicura che i canti di Taizé gli danno “una forza e una fiducia che non avrei mai potuto immaginare”.
“Non so più distinguere tra la vita e la morte – ha scritto –, ma Dio è grande, ed essendo amore è già pronto il suo piano d’amore”.
La Caritas a Léogâne
Nel frattempo, la Caritas è riuscita a far giungere vari camion di aiuti umanitari urgenti a Léogâne, una località a circa 30 chilometri da Port-au-Prince che è stata praticamente distrutta dal terremoto.
Accompagnato dalle forze del contingente di pace dell’ONU, il convoglio ha trasportato lotti familiari di cibo, tende, coperte, tavolette per la depurazione dell’acqua e contenitori idrici per circa 5.000 persone, distribuiti alle vittime in modo personalizzato.
Il personale Caritas ha anche costruito in loco un ospedale da campo per prestare assistenza medica alle vittime. Il dispensario è stato installato dietro la distrutta chiesa di Léogâne e assiste circa 80 pazienti al giorno.
Anche se l’ospedale di Léogâne non è stato distrutto, la gente non vi entra per timore che crolli. Si aspetta di procedere a una stima dei danni dell’immobile per dissipare ogni timore sulla sicurezza della struttura.
“Bisogna tener conto che già prima del terremoto il sistema di copertura sanitaria a Léogâne era decisamente precario”, ha affermato il dottor Joost Butenop, consulente medico della Caritas a Port-au-Prince.
Accanto a questo intervento specifico a Léogâne, la rete Caritas ad Haiti svolge un’attiva opera di assistenza medica alle vittime nella capitale e nell’area metropolitana, dove presta assistenza d’emergenza in vari punti mobili, oltre a sostenere con personale medico e farmaci il lavoro dell’ospedale San Francesco di Sales.