ROMA, martedì, 26 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Il teologo laico statunitense John R. Mortensen ha vinto il premio di 20.000 euro stabilito da un consesso di Cardinali e dal coordinamento delle Pontificie Accademie, secondo quanto è stato annunciato questo martedì in una conferenza stampa in Vaticano.
Nell’incontro con i giornalisti, l’Arcivescovo Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Coordinamento fra Accademie Pontificie, ha presentato l’udieza speciale che Benedetto XVI offrirà a queste istituzioni (il 28 gennaio) e la seduta pubblica delle Pontificie Accademie (27 gennaio).
Mortensen, docente presso il Wyoming Catholic College, sposato e padre di quattro figli, si è laureato alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma nel 2006 ed è stato premiato per la sua tesi sull'”Analogia in S. Tommaso”.
Dal 2002 al 2007 è stato Assistant Professor presso l’International Theological Institute, un istituto di diritto pontificio di Gaming (Austria), insegnando Logica, Filosofia naturale, Metafisica, Teologia fondamentale e Teologia trinitaria.
Il Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie è stato creato da Giovanni Paolo II nel 1995 ed è costituito dai presidenti delle seguenti Pontificie Accademie: Accademia di San Tommaso d’Aquino; Accademia di Teologia; Accademia dell’Immacolata; Accademia Mariana Internazionale; Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon; Accademia Romana di Archeologia; Accademia “Cultorum Martyrum”.
Una volta all’anno, il Consiglio di Coordinamento organizza una Seduta Pubblica congiunta delle Accademie Pontificie su un tema di attualità. La Seduta Pubblica 2010, la quattordicesima, è stata organizzata dalla Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino e dalla Pontificia Accademia di Teologia sul tema “La formazione teologica del presbitero”.
Nel corso della seduta sarà assegnato a Mortensen il Premio delle Pontificie Accademie, che il Santo Padre attribuisce a giovani studiosi, artisti o istituzioni che si siano distinti nella promozione dell’umanesimo cristiano.
Monsignor Ravasi ha spiegato che “il Pontificio Consiglio della Cultura di sua natura vorrebbe sempre di più far sì che la sua attività si possa appoggiare a tante istituzioni, che sono parallele, che alcune volte sono come dei corollari, o anche a tante istituzioni laiche”.
“Stiamo, infatti, avendo rapporti con molte fondazioni di alto livello nel campo della ricerca scientifica, un po’ in tutto il mondo, in modo tale da poter avere un respiro che sia il più possibile universale e che sia il più possibile variegato nella ricchezza e nella complessità che ormai il termine cultura raccoglie in sé, non più esauribile nell’interno di quella dimensione quasi da ‘turris eburnea‘, da torre d’avorio, asettica, in cui ci sono soltanto gli intellettuali alti”.
“Ormai, la cultura, come ben sappiamo, ha una serie di iridescenze, di sfumature, di volti, che passano attraverso tante dimensioni in passato neppure sospettabili. Pensiamo soltanto a quando abbiamo fatto l’incontro con gli artisti e abbiamo cominciato ad introdurre i fotografi, la fotografia, la scenografia e, anzi, una famosa casa di moda si è lamentata con me perché non abbiamo introdotto anche la moda… Speriamo che anche l’Accademia della moda in futuro possa avere un dialogo con noi”, ha concluso.