Un anno decisivo per lo sbarco della Santa Sede nel mondo digitale

Negli ultimi dodici mesi, la partecipazione a Youtube e a Facebook

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di Jesús Colina

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 25 gennaio 2010 (ZENIT.org).- L’ultimo anno della comunicazione della Santa Sede non è stato caratterizzato solo da crisi comunicative, ma anche da passi ambiziosi perché la sua voce possa essere ascoltata nel mondo digitale.

Questi dodici mesi, in cui i mezzi di comunicazione mondiali hanno dato ampio spazio a questioni come il caso Williamson o il dibattito sul preservativo durante la visita di Benedetto XVI in Africa, sono stati testimoni dello sbarco della Santa Sede su Youtube.

Il canale ufficiale vaticano in questa rete sociale per video (http://www.youtube.com/vatican) è stato presentato in 4 lingue il 23 febbraio 2009. Si è potuto compiere questo passo dopo l’approvazione da parte di Benedetto XVI di una proposta del direttore del Centro Televisivo Vaticano (CTV), padre Federico Lombardi S.I.

Quasi 2,5 milioni di video sulla vita e l’attività del Papa sono stati riprodotti totalmente su questo canale, come si può constatare sulle statistiche del sito, che ora presenta anche trasmissioni in diretta di incontri con il Santo Padre.

Per i giovani

Il 2009 è stato anche l’anno in cui il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali ha lanciato il sito “Pope2you” (http://www.pope2you.net), uno strumento che utilizzando Facebook, l’Iphone o altre applicazioni, come ha spiegato il presidente del dicastero, l’Arcivescovo Claudio Maria Celli, è pensato “perché i giovani abbiano un rapporto con il Papa e il Papa con i giovani”.

A Natale, ad esempio, il sito ha ricevuto due milioni di accessi, un dato “molto positivo” secondo il presule. I giovani hanno potuto porgere al Papa gli auguri natalizi e si sono scambiati 70.000 cartoline con immagini e messaggi del Pontefice.

Grazie al sito, i giovani stanno ora promuovendo il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace, e, come ha annunciato l’Arcivescovo Celli, lo strumento presto “inviterà i giovani a farsi interpreti presso i loro sacerdoti del messaggio che il Papa ha rivolto in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali“.

Altre iniziative

L’importanza che la Santa Sede dà alla comunicazione nel mondo digitale ha potuto constatarsi quest’anno anche con il primo seminario per i Vescovi responsabili delle Comunicazioni Sociali nelle Conferenze Episcopali, organizzato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali dal 9 al 13 marzo.

Alla fine di ottobre, dall’altro lato, il dicastero ha intrapreso un processo di redazione di un documento che permetterà di aggiornare la pastorale della Chiesa nel settore della comunicazione, visto che l’istruzione pastorale “Aetatis Novae” attualmente vigente è stata pubblicata il 22 febbraio 1992, quando poche persone al mondo conoscevano il significato della parola Internet.

Un altro evento inedito è stata l’accoglienza in Vaticano dei rappresentanti di Facebook, Wikipedia, YouTube o Identi.ca in occasione dell’assemblea della Commissione Episcopale Europea per i Media, dal 12 al 15 novembre, per discutere sul tema “La cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa”.

Una presenza già consolidata

Questi nuovi passi della Santa Sede per essere presente nel mondo digitale non devono far dimenticare le sua presenza nei mezzi “classici” di comunicazione, attraverso la pagina ufficiale www.vatican.va (tra i 12.000 siti più visitati del pianeta, secondo www.alexa.com), in cui si può consultare la Sala Stampa, il quotidiano “L’Osservatore Romano”, il servizio di notizie Vatican Information Service (VIS) e le trasmissioni del Centro Televisivo Vaticano.

La Santa Sede è presente in Internet anche attraverso la “Radio Vaticana” (http://www.radiovaticana.org/), l’agenzia missionaria Fides (www.fides.org), la sua pagina per i sacerdoti (www.clerus.org), affiancata quest’anno da una pagina dedicata all’Anno Sacerdotale (www.annussacerdotalis.org), la pagina del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace (http://www.justpax.it) o quelle del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (www.pccs.va e www.intermirifica.net).

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ZENIT Staff

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