Le ACLI invitano ad accogliere la popolazione nomade

In occasione dell’applicazione del Piano Nomadi del Comune di Roma

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ROMA, venerdì, 22 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Dare dignità ai nomadi ed esortare i cittadini all’accoglienza sono i compiti che si propongono le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI) e l’Associazione Centro Astalli in occasione dell’applicazione del Piano Nomadi del Comune di Roma.

“Per attuare una modifica così epocale dobbiamo mettere in preventivo che ci saranno difficoltà”, ha affermato questo giovedì durante una diretta sulla “Radio Vaticana” (canale One-O-Five Live) Gianluigi De Palo, presidente delle ACLI di Roma, commentando l’avvio del Piano Nomadi con lo spostamento, operato questo martedì, di circa 50 persone dal Casilino 900 al Campo attrezzato di Salone.

“Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo comune di questo piano – deciso con la concertazione di tutte le associazioni sul territorio –, che è quello di non tollerare più situazioni come quella del Casilino 900, in cui le persone sono costrette a vivere in situazioni poco dignitose”, ricorda l’emittente pontificia.

Ospite della trasmissione è stato anche padre Giovanni La Manna, il gesuita che presiede l’Associazione Centro Astalli, anche lui come De Palo presente nel Tavolo di lavoro costituito dal Comune per coordinare il Piano Nomadi.

“Dopo 40 anni si è deciso di mettere fine a una situazione indecorosa per i Rom e per i cittadini romani”, ha dichiarato il sacerdote.

Pur riconoscendo che “un’operazione del genere è talmente delicata che non si può inseguire la perfezione”, ha sottolineato che non bisogna “perdere di vista l’obiettivo”: “nessuno deve essere penalizzato, ma sacrifici vanno fatti da entrambe le parti, sia dalla parte dei Rom che da quella degli amministratori della città”.

“L’importante è mantenere vivo il dialogo e il confronto con le istituzioni, che sono necessari per portare a termine l’operazione – ha aggiunto –. E’ fondamentale poi che gli stessi Rom restino protagonisti di questa collaborazione con le istituzioni”.

Secondo il presidente delle ACLI di Roma, “è tutta la città che deve collaborare a questo piano”, “a iniziare dai cittadini che non devono porre ostacoli all’accoglienza dei nomadi quando vengono sistemati in situazioni per loro più dignitose”.

“Al centro ci deve essere la persona e il bene comune”. “L’accoglienza non può essere confusa con la tolleranza di persone e bambini accampati sulle rive del Tevere”.

Accanto a questo, ha sottolineato, “bisogna regolarizzare la situazione di queste persone dando loro dei documenti che permettano loro di vivere regolarmente sul territorio, potendo accedere a tutti i servizi a cui possono accedere i cittadini italiani. E’ importante mantenere ciò che di positivo c’è già, cioè la possibilità per i bambini di frequentare la scuola”.

“L’avvio dello sgombero del Casilino 900 va guardato positivamente, perché è un piano che abbiamo condiviso e che abbiamo contribuito a rendere più effiace – ha concluso padre La Manna –. Va però monitorato, perché quando parte un progetto del genere è naturale che si presentino delle criticità che però vanno risolte dialogando insieme”.

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ZENIT Staff

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