ROMA, venerdì, 15 gennaio 2010 (ZENIT.org).- Secondo la stima dell’organismo dell’ONU Unpfa (United Nations Population Fund) alla fine del 2009 è nato il miliardesimo africano, cioè l’Africa ha raggiunto un miliardo di abitanti. In genere si dice e si scrive che ha circa 900 milioni di abitanti (il “Calendario Atlante De Agostini 2009” dice 929 milioni) e invece sono un miliardo, quasi il doppio dell’Europa comunitaria (circa 600 milioni).
Il miliardo di africani cresce di 24 milioni all’anno e possono raddoppiare entro il 2050, raggiungendo i due miliardi. L’Africa è il continente con il più alto tasso di natalità del mondo, i bambini e gli adolescenti con meno di 15 anni sono 400 milioni, il 40% del totale.
In Italia i nostri minorenni con meno di 15 anni sono il 17% dei 60 milioni di italiani, circa 10 milioni! Africa continente dei giovani, Italia (ed Europa) paese e continente degli anziani.
Queste moltitudini di giovani africani hanno diritto ad avere l’istruzione, un impiego gratificante e un’adeguata assistenza sanitaria: le condizioni sociali ed economiche del mondo globalizzato saranno in grado di soddisfare le loro crescenti aspettative?
Nel mondo globalizzato questo sarà tra i principali problemi sociali dei prossimi decenni. I giovani africani sono un potenziale enorme di crescita dell’intera umanità, ma oggi rimangono in buona parte nell’ignoranza e nella povertà e domani saranno una bomba demografica pronta ad esplodere
Spesso si dice e si scrive che l’Africa è povera perchè sovraffollata. Menzogna colossale. Il continente africano ha 31 abitanti per chilometro quadrato, l’Europa comunitaria 61, il Giappone 343. Europa e Giappone non hanno quasi nulla delle immense risorse dell’Africa. Riccardo Cascioli e Antonio Gaspari nel volume “Le bugie degli ambientalisti” (ed. Piemme), scrivono che “dei 21 paesi più poveri del mondo solo 7 hanno una densità superiore ai 100 abitanti per kmq. Tra i 5 paesi africani più colpiti dalla fame (Etiopia, Sudan, Somalia, Mozambico e Liberia) il più popolato ha una densità di 41,8 abitanti per kmq”.
L’India, con più d’un miliardo di abitanti, è estesa poco più di Sudan ed Etiopia sommate assieme con soli 120 milioni di aitanti. Eppure Sudan ed Etiopia soffrono la fame, l’India esporta cibo anche in Africa e da vent’anni è in pieno sviluppo economico, con un indice di crescita del Pil del 6-8% l’anno.
Ci sono i poveri e gli affamati anche in India, ma per insufficiente distribuzione della ricchezza, non per mancanza di produzione di cibo. L’Africa produce poco cibo. I paesi a sud del Sahara importano circa il 30% del cibo di base che consumano (riso, grano, mais).
Noi, ricchi e privilegiati del mondo non vogliamo ammettere che la povertà del’Africa dipende anzitutto e soprattutto, prima di qualsiasi altra causa (e ce ne sono molte altre), dalla scarsezza o mancanza di istruzione.
Non è possibile che si sviluppi un continente con il 50% di analfabeti, oltre a circa il 25-30% di “analfabeti di ritorno”, cioè quelli che hanno frequentato qualche classe delle elementari, ma poi non sanno leggere né scrivere perché non hanno mai avuto la possibilità di esercitarsi.
Di scuola e di istruzione-educazione, per aiutare l’Africa giovane, si parla e si scrive troppo poco perché chiama in causa i nostri paesi ricchi e cristiani, che dovrebbero correre in aiuto ai fratelli e sorelle africani.
Invece in Occidente diminuiscono le vocazioni missionarie, i volontari e gli organismi di volontariato internazionale. E’ un segno evidente, fra tanti altri, della crisi di umanità e di vita cristiana del nostro popolo.
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* Padre Piero Gheddo, già direttore di “Mondo e Missione” e di Italia Missionaria, è il fondatore di AsiaNews. Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente. Dal 1994 è direttore dell’Ufficio storico del Pime e postulatore di varie cause di canonizzazione. Insegna nel seminario pre-teologico del Pime a Roma. E’ autore di oltre 70 libri. L’ultimo pubblicato è un libro intervista condotto da Roberto Beretta dal titolo “Ho tanta fiducia” (Editrice San Paolo).