La dignità umana vista da cristiani, ebrei e musulmani

27 leader delle tre religioni monoteiste riuniti a Siviglia

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SIVIGLIA, mercoledì, 23 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Un seminario di riferimento sulle “Implicazioni della dignità umana per le tre tradizioni monoteiste” ha riunito a Siviglia (Spagna) 27 leader cristiani, ebrei e musulmani. Organizzato dalla Fondazione Tre Culture del Mediterraneo, ha contato sulla partecipazione dei Cardinali Kasper e Tauran, del Patriarca Fouad Twal e dell’Arcivescovo di Siviglia, monsignor Juan José Asenjo.

I partecipanti all’incontro, che si è svolto il 9 e il 10 dicembre, sono stati designati dalla Santa Sede, dal Patriarcato Ecumenico, dal Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose e dalla Lega Musulmana Mondiale.

Anche se queste entità mantengono importanti relazioni e dialoghi con varie comunità religiose, spiega un comunicato dei partecipanti, è la prima volta che hanno scelto di unirsi per promuovere l’intesa interreligiosa. I partecipanti provenivano dall’Europa, dal Medio Oriente e dall’America settentrionale e meridionale.

L’incontro è iniziato con il benvenuto e i discorsi di Elvira Saint-Gerons, direttrice della Fondazione Tre Culture; Miguel Lucena, segretario generale dell’Azione Estera della Giunta dell’Andalusia; del Cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo; del Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso; del rabbino Richard Marker, presidente del Comitato Ebraico Internazionale per le Consultazioni Interreligiose; del metropolita di Francia Emmanuel Adamakis del Patriarcato Ecumenico; del dottor Saud Bin Abdullah Al-Ghedayan, direttore del Centro Culturale Islamico di Madrid; di monsignor Juan José Asenjo, Arcivescovo di Siviglia.

Le presentazioni del tema della conferenza sono state affidate al rabbino professor Daniel Sperber, al dottor Saud Bin Abdullah Al-Gedayan e a padre José Ramón Echeverría.

Nel suo intervento, il Cardinale Kasper ha detto che “se vogliamo evitare conflitti dobbiamo fare appello al dialogo: è la condizione per la sopravvivenza della razza umana visto che i tempi sono cambiati e le religioni non possono vivere in modo indipendente, ma devono convivere le une con le altre”.

Dal canto suo, Richard Marker ha chiesto di riconoscere la dignità dell’altro. “E’ un modo per generare empatia verso di lui e promuovere in questo modo la via verso la pace”.

Il dialogo deve tuttavia compiere un altro passo, ha ricordato Emmanuel Adamakis: “Deve andare verso la giustizia sociale, il rispetto dei diritti umani e il conseguimento della pace senza eccezioni”.

Questo perché, ha affermato Saud Bin Abdullah, “la dignità umana non si realizza se non ci sono un riconoscimento e una garanzia della libertà e dei diritti della persona”.

Monsignor Asenjo ha ricordato che l’Arcidiocesi di Siviglia, nel campo dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso, “cerca di mantenere relazioni non solo corrette, ma anche fraterne e cordiali con altre Chiese o comunità ecclesiali, ad alcune delle quali, soprattutto quelle che provengono dalla tradizione ortodossa, si offrono luoghi per celebrare la divina liturgia”.

“Allo stesso tempo, cerchiamo di mantenere relazioni fraterne con ebrei e musulmani, consapevoli dell’elemento comune che ci unisce come credenti”, ha aggiunto.

I partecipanti hanno lavorato in laboratori, approfondendo i temi “La Santità della vita: assoluta o qualificata?”, “Riconciliando la responsabilità individuale e comune” e “Diritti umani e libertà di religione”.

Le discussioni, dice il comunicato dei partecipanti, si sono sviluppate “in uno spirito di rispetto e amicizia reciproci centrati sui principi di base delle tre tradizioni circa l’inalienabile e divinamente concessa dignità di ogni essere umano. In base a questo, i dibattiti sono stati dedicati al ruolo adeguato e alla responsabilità della religione e dei leader religiosi nel loro rapporto con la società secolare e con Governi di ogni tipo”.

I partecipanti hanno affermato l’indispensabilità di questo tipo di dialoghi, e basandosi su queste interazioni costruttive e positive si sono impegnati “a portare indietro nelle rispettive comunità i messaggi di queste decisioni, ascritti a un mandato, condivisi dalle tre tradizioni monoteiste, per apprezzare il valore infinito, la dignità e diritti di tutta l’umanità”.

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ZENIT Staff

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