di Silvia Gattas
ROMA, mercoledì, 23 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Un maestoso abete proveniente dal Belgio e un presepe allestito su una scenografia di 300 metri quadrati, con la natività rappresentata in una grotta realizzata in polistirolo.
Piazza San Pietro si illumina per il Natale, grazie all’albero di Natale, che quest’anno arriva dalla Vallonia, e al presepe che verrà scoperto il 24 sera.
A fornirci tutte le curiosità e i dettagli sui preparativi sono l’architetto Giuseppe Facchini, responsabile dei progetti al Governatorato del Vaticano e l’architetto Barbara Bellano, curatore dei due simboli del Natale in Vaticano.
“L’albero quest’anno viene dal Belgio – ha spiegato l’architetto Facchini – è alto 30 metri, è stato allestito dai nostri tecnici con decorazioni natalizie per un totale di circa 2mila palle di Natale”.
“L’albero, un abete rosso, ha avuto un trasporto speciale e ha avuto qualche problema sulle Alpi a causa della neve – ha aggiunto –. Poi però tutto si è svolto regolarmente, ed è giunto in piazza San Pietro il 4 dicembre, mentre venerdì 18 dicembre c’è stata la tradizionale cerimonia di accensione delle luci, alla presenza della delegazione belga”.
Quello di quest’anno è un albero a impatto zero?
Facchini: Gli alberi sono tutti uguali non ci sono alberi a impatto zero, o a impatto uno o due. Quelli scelti per piazza San Pietro sono sempre abeti molto anziani e molti vecchi. Si può dire che l’eliminazione dalle foreste di questi alberi favorisce, in un certo senso, lo sviluppo degli alberi più piccoli che sono vicini; non è assolutamente una operazione negativa. Quando poi l’albero viene smontato da piazza San Pietro, viene utilizzato in altri modi, e comunque non viene assolutamente né buttato, né sprecato né distrutto in alcun modo. Non ci sono effetti negativi nemmeno nel taglio degli alberi.
Come viene scelta la regione che donerà l’albero?
Facchini: Vengono fatte delle richieste dai vari Paesi e si forma una sorta di lista d’attesa o di prenotazione. Quindi si segue un criterio temporale, in base alle prenotazioni. Abbiamo già “occupati” i prossimi anni.
L’abete rosso, proveniente dalla città termale di Spa, in Belgio, ha 90 anni, è alto circa 30 metri, ha un diametro di 7 metri e pesa 30 tonnellate. La pianta è stata selezionata dall’Unione dei Vivaisti delle Ardenne; è giunta il 4 dicembre in piazza San Pietro, dove è stata presa in consegna dai servizi tecnici del Governatorato che hanno provveduto al suo allestimento.
Insieme al maestoso abete sono stati offerti circa quaranta abeti più piccoli, per la decorazione natalizia dell’appartamento del Papa, della Sala Clementina e di uffici della Curia. Un albero, magnifico esemplare di Picea abies, cresciuto nel cuore della Foresta delle Ardenne, nota anche come Ardenne bleue per il suo patrimonio naturalistico e ambientale, foresta certificata Pefc, per la corretta gestione forestale.
Parliamo ora del presepe. Quali sono le novità di quest’anno?
Bellano: Il presepe ha un impianto che siamo tenuti a mantenere fisso ogni anno. Allestiamo l’intera scenografia su una superficie di circa 300 metri quadrati, con un fronte di 25 metri. Tradizionalmente la natività viene posta al centro e ai lati vengono ricreate due scene. Quest’anno la scena della nascita di Gesù è raffigurata all’interno di una grotta collocata ai margini della città. La natività deve essere ben visibile fin dall’inizio di via della Conciliazione. Scegliamo ogni anno degli episodi della vita di Gesù e li rappresentiamo ai lati della scena principale. Però l’impianto generale rimane sempre lo stesso.
Quest’anno, per la scena alla destra della natività, ci siamo ispirati ad alcuni brani della vita di Gesù che si svolgono sulle sponde del Lago di Tiberiade, rappresentando temi legati alla pesca, e al tema dell’evangelizzazione; è stato immaginato un ricovero di pescatori, arricchito con la prua di una nave, delle reti, dei remi ed alcuni pesci. A sinistra invece viene rappresentata una scena legata alla pastorizia e alla vita familiare. Altra novità è che la natività quest’anno viene rappresentata in una grotta, con dei ruscelli, all’interno c’è anche il fuoco. Acqua e fuoco sono simboli tradizionali che ogni anno vogliamo riproporre.
Quanti sono i personaggi utilizzati?
Bellano: La rappresentazione è completata da una serie di personaggi, circa 15, dalle dimensioni maestose: alcuni raggiungono un’altezza di quasi 3 metri. Sono realizzati in cartapesta; in pratica si tratta di manichini che vengono ricoperti e vestiti.
L’abbigliamento, che cambia ogni anno a seconda delle scene rappresentate, viene curato dalle suore degli Arazzi. Parte delle statue, invece, proviene dal presepe allestito nel 1842 da San Vincenzo Pallotti nella Basilica di Sant’Andrea della Valle.
Da quanto tempo preparate il progetto del presepe?
Bellano: Generalmente partiamo da dopo le vacanze estive. Intorno a settembre-ottobre cominciamo a realizzare i primi bozzetti di progetto. Poi dopo la festa dei santi e dei morti comincia il lavoro vero e proprio. Nel mese di dicembre cominciano i lavori di tutti gli operai e di tutta la maestranza del Vaticano, che lavora sodo per la realizzazione del presepe: ci sono i carpentieri, i giardinieri, gli elettricisti…
Il presepe sarà scoperto il 24 dicembre, in serata. Il Papa dovrebbe porre una luce sulla finestra – come avviene ogni anno – mentre il 31 sera, dopo il Te Deum, dovrebbe visitare brevemente il presepe.