ROMA, domenica, 20 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Caritas Internationalis e il Gruppo Cattolico Internazionale per lo Sviluppo e la Solidarietà (CISDE), che costituiscono la più grande alleanza di agenzie di sostegno e sviluppo, hanno definito quello proposto a Copenhagen (Danimarca) durante il vertice ONU sui cambiamenti climatici “un accordo debole e moralmente riprovevole che rappresenterà un disastro per le popolazioni più povere del mondo”.
Lo ricorda un comunicato Caritas che sottolinea come gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo stiano già lottando con gli effetti dei cambiamenti climatici.
“L’accordo proposto a Copenhagen non prevede gli impegni che la scienza ritiene necessari. Milioni di persone stanno lottando per tenere la testa fuori dall’acqua mentre i leader politici temporeggiano”, ha detto Niamh Garvey, del membro CISDE Trocaire/Caritas Irlanda del Bella Center.
La proposta “suggerisce un accordo non ambizioso e non vincolante che vede i Paesi stabilire i propri obiettivi individuali basandosi su ciò che si considera economicamente e politicamente fattibile più che su ciò che è richiesto dalla scienza e dalla giustizia”, ha aggiunto.
Se i Paesi hanno espresso la volontà di continuare a lavorare, l’accordo proposto non presenta dei termini temporali chiari per concludere un accordo giusto e legalmente vincolate nei prossimi mesi.
Nell’ultimo decennio, la mancanza di volontà politica ha ostacolato gli sforzi internazionali di far fronte ai cambiamenti climatici, il cui impatto sui Paesi in via di sviluppo è diventato sempre più preoccupante.
Il Segretario Generale del CISDE, Bernd Nilles, ha dichiarato dal canto suo che è inconcepibile che più di 100 leader mondiali riuniti per accordarsi in vista della risoluzione di un problema mondiale abbiano fallito a raggiungere un impegno adeguato e vincolante.
“Possono chiamarlo un accordo storico, una dichiarazione, tutto ciò che vogliono – ha commentato -. La realtà è che i leader hanno fallito nel fornire una soluzione concreta ed efficace. Hanno perso questa opportunità storica per creare una via chiara e collettiva per un futuro sostenibile”.
Secondo Caritas e CISDE, i Paesi sviluppati dovrebbero vergognarsi. Le prove scientifiche e le analisi economiche, sostengono, mostrano chiaramente ciò che le Nazioni ricche dovrebbero fare termini di riduzione delle emissioni e di sostegno ai Paesi poveri.
“I leader possono compiere dei passi indietro, ma il livello di impegno mostrato dalle persone di tutto il mondo nella corsa verso Copenhagen ha mostrato inequivocabilmente che la gente sostiene fermamente un forte accordo sui cambiamenti climatici. I leader devono ora stabilire un termine per giungere a un accordo comprensivo e vincolante il prima possibile nei mesi a venire, e noi li seguiremo in ogni passo del percorso”, ha dichiarato Lesley Anne Knight, Segretario Generale di Caritas Internationalis.
Il CIDSE e la Caritas credono che il mondo non debba accettare niente che sia meno di un accordo giusto, ambizioso e legalmente vincolante che impegni i Paesi sviluppati a ridurre le emissioni di gas serra di più del 40% entro il 2020 basandosi sui livelli del 1990.
L’alleanza vuole anche che i Paesi ricchi contribuiscano con 195 miliardi di dollari entro il 2020, oltre agli impegni già esistenti, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a utilizzare le tecnologie verdi e a difendersi dalle conseguenze più gravi dei cambiamenti climatici.