di Mercedes de la Torre
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 17 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Durante l’Udienza generale di questo mercoledì, nell’Aula Paolo VI del Vaticano, sono stati presentati al Papa il presepe e l’albero messicani che rimarranno fino agli inizi di febbraio nel luogo in cui il Pontefice incontra i pellegrini.
Non è la prima volta che l’Aula viene ornata con decorazioni messicane: due anni fa lo Stato di Jalisco donò un presepe e gli addobbi dell’albero, nel contesto delle celebrazioni per il XV anniversario del ristabilimento delle relazioni tra Messico e Santa Sede.
Il secondo Paese al mondo per numero di cattolici presenta in questa occasione anche una mostra fotografica senza precedenti a Roma: si tratta di murales di paesaggi dello Stato di Messico (che ha per capitale Toluca de Lerdo), esposte a turisti, pellegrini e curiosi in Via della Conciliazione.
Si tratta di venti immagini alte un metro che mostrano scene di ispirazione religiosa dei municipi di Texcoco, Sinacantepec, Toluca, Valle de Bravo, Teotihuacan, Malinalco, Acolman e Tepozotlán, tutti nello Stato di Messico.
All’inaugurazione dell’esposizione erano presenti rappresentanti del Governatorato del Vaticano, una delegazione dei 13 Vescovi dello Stato di Messico, guidata dall’Arcivescovo di Tlanepantla e presidente della Conferenza Episcopale Messicana, monsignor Carlos Aguiar Retes, il governatore dello Stato di Messico, Enrique Peña Nieto, e gli ambasciatori messicani presso la Santa Sede e l’Italia.
Roma scopre il Natale messicano
In alcune dichiarazioni a ZENIT, monsignor Aguiar Retes ha spiegato che con questa iniziativa il Messico vuole condividere lo spirito natalizio con i romani e con le decine di migliaia di pellegrini che si recheranno in questi giorni nella Città Eterna.
“Ho visto che il Santo Padre era molto contento mentre guardava il presepe”, ha rivelato.
“Il Natale è una festa familiare, una festa che riunisce le persone, in cui ci si scambiano doni, si condivide il cibo e si ricorda che il regalo più importante che il Signore ci ha fatto è stato suo Figlio. E’ quindi un momento di evangelizzazione molto rilevante”, ha osservato.
Il presule ha constatato che il Messico, nelle sue tradizioni natalizie, “ha assimilato le tradizioni di altri Paesi, come il presepio italiano”, ma dall’altro lato sta contribuendo con la sua arte e le sue tradizioni a far sì che il resto dell’umanità viva questi giorni con nuove espressioni di gioia.
“Credo che il Messico abbia molto da offrire e le posadas e le ‘pentolacce’, così caratteristiche, a poco a poco si integrano in altri ambiti, sia negli Stati Uniti, con gli immigrati, che in altri Paesi dell’America Latina”.
Le “posadas”, ha indicato il presule, “sono novendiali in cui si chiede un tetto, ricordando il momento in cui Maria e Giuseppe erano preoccupati per la nascita del loro Figlio senza avere alcuna sicurezza del fatto che avvenisse in modo degno”.
“Credo che il popolo capti molto bene tutti questi elementi, che comprenda fin dove arriva l’amore di Dio e che evangelizzi nella pratica in modo molto profondo con le ‘pastorelas‘ e la rottura delle pentolacce”, ha aggiunto.
Il Messico più vicino a Roma
Da parte sua il Governatore dello Stato di Messico, Enrique Peña Nieto, ha spiegato a ZENIT che con questo dono al Papa si mostra che in questo Stato “c’è una grande ricchezza culturale, storica e di costume sulle celebrazioni natalizie, che si spiega senz’altro con l’influenza dell’evangelizzazione nel nostro Paese”.
“Credo che sia anche un legame che si stabilisce con la sede di Pietro”, ha aggiunto.