di don Marcello Stanzione*
ROMA, lunedì, 14 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Venerdì 18 dicembre a Roma alle ore 11,00 presso l’ateneo “ Regina Apostolorum” sull’Aurelia viene presentato l’ultimo libro di un giovanissimo ma già insigne teologo salernitano: don Mauro Gagliardi, “La liturgia fonte della vita”, edito dall’editrice veronese Fede & Cultura.
Il libro viene fuori da un’esperienza di docenza. L’autore don Mauro Gagliardi nato a Salerno nel 1975, è Ordinario della Facoltà di Teologia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma. Dal 2008 è Consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Ha pubblicato diversi volumi, articoli e contributi a miscellanee, sia in Italia che all’estero.
Nel luglio 2008 fu invitato a tenere un corso monografico intensivo sulla liturgia nell’ambito del Corso Internazionale per i Formatori nei Seminari, un’iniziativa che si svolge da vent’anni a Leggiuno (VA), organizzata dall’Istituto Sacerdos. In quel corso il tema della liturgia venne svolto non solo fornendo dati storici, filologici e pastorali, ma anche e soprattutto in prospettiva di teologia liturgica. Si notò il grande interesse dei sacerdoti che partecipavano al corso per questo approccio, il che incoraggiò a scrivere il libro.
Nella sua prefazione, l’Arcivescovo Mauro Piacenza, Segretario della Congregazione per il Clero, ha colto alcuni aspetti fondamentali dell’opera. In primo luogo egli nota che spesso la disciplina liturgica è stata insegnata nei seminari e nelle facoltà teologiche ampliando molto lo spettro degli aspetti storici, filologici e pastorali, meno di quelli teologici e giuridici. Il volume di Gagliardi colma una lacuna in tal senso, per quanto riguarda l’aspetto teologico, essendo tra l’altro scritto con stile e linguaggio comprensibili e adatti a un vasto pubblico, anche quando affronta temi complessi.
Un secondo pregio dell’opera, individuato da mons. Piacenza, consiste nell’ermeneutica della continuità, tanto cara all’attuale Pontefice, che l’autore mette a fondamento del proprio studio e della propria esposizione. Esempio di ciò sono i continui richiami (soprattutto nella prima parte del volume, ma diverse volte passim) tra il magistero liturgico del Vaticano II, di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e quello di precedenti Pontefici e Concili. In particolare, Gagliardi ha operato un attento e puntuale confronto tra la Mediator Dei di Pio XII e la Sacrosanctum Concilium, mettendo a volte i testi quasi in sinossi e facendo notare i tanti punti di continuità, che sono certamente a livello contenutistico, ma in diversi casi persino a livello di testo materiale. Ciò gli permette di notare anche le novità, all’interno di un contesto generale di continuità nell’insegnamento magisteriale.
Oltre la prefazione, l’introduzione e un epilogo (in cui semplicemente si riporta un’eloquente espressione di Pio XII), il testo è composto di nove capitoli. Nel primo si tratta in generale del concetto di liturgia, di cui si offre una definizione cristocentrica e teocentrica, senza dimenticare l’elemento ecclesiale, che però non occupa il centro della liturgia, pur essendo parte fondamentale di essa. Un buon numero di pagine, poi, si occupa di chiarire il concetto di «culto logico» (Rm 12,1). Di conseguenza, il secondo capitolo delinea la distinzione di ruoli del sacerdote ministro e del popolo sacerdotale all’interno della celebrazione, sottolineando soprattutto la teologia sottesa alla distinzione, più che i diversi ruoli ministeriali liturgici.
Il terzo capitolo chiarisce in che modo la liturgia è fonte di vita, ossia sorgente della grazia. Ciò viene fatto con un’impostazione originale: delineando brevemente due forme di tomismo del XX secolo (il tomismo concettualista e quello trascendentale) e mostrando i diversi esiti cui si giunge in teologia liturgica ed in sacramentaria seguendo l’uno o l’altro.
Il quarto capitolo offre una breve storia della riforma liturgica dal Concilio di Trento ai nostri giorni. Il quinto tratta della santificazione del tempo e dello spazio operata dalla liturgia. I capitoli sesto e settimo sono dedicati alla liturgia eucaristica: il primo dei due tratta più in generale di alcuni aspetti teologici dell’Eucaristia, mentre il secondo approfondisce argomenti oggi piuttosto dibattuti tra i liturgisti (e a volte dibattuti animosamente), cioè: l’orientamento nella preghiera liturgica, la lingua da utilizzare nella celebrazione, la comunione sulla lingua ed in ginocchio.
L’ottavo capitolo tratta della bellezza liturgica, intesa teologicamente innanzitutto come percezione della Presenza di Dio che ci viene incontro nella liturgia (cf. Sacramentum Caritatis, 35) e in secondo luogo si presentano i segni di questa bellezza: ossia i gesti corporei, gli oggetti del culto e anche il tema dell’architettura sacra. È necessario infatti che la bellezza di Dio e della liturgia si manifestino anche nella materia e non solo nello spirito dell’uomo. L’ultimo capitolo tratta dei temi: liturgia ed etica, liturgia e devozione, formazione liturgica, con utili indicazioni anche piuttosto concrete.
Mons. Piacenza conclude la sua presentazione scrivendo: «La lettura di questo libro gioverà certamente a tutti coloro che desiderano comprendere la grandezza del mistero liturgico ecclesiale. Piace però consigliarla caldamente in modo del tutto particolare ai sacerdoti ed ai giovani che si preparano al sacerdozio. […] Comprendere teologicamente e spiritualmente il senso della liturgia significa […] comprendere anche il proprio sacerdozio. È nostra convinzione che il presente volume possa realmente contribuire a questa necessaria riscoperta del fatto che il sacerdote è innanzitutto un uomo scelto dal Signore per stare davanti a Lui e per servirlo».
In questo senso, anche se non tratta direttamente del sacerdozio in modo sistematico, il libro cade bene nell’attuale Anno Sacerdotale.
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* Don Marcello Stanzione è il Presidente dell’Associazione Milizia di San Michele Arcangelo