La crisi è causata dalle politiche malthusiane

Si esce dalla crisi solo con più famiglie e più figli

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ROMA, mercoledì, 9 dicembre 2009 (ZENIT.org).- “Gli inviti a non fare figli favoriscono la crisi”. Con queste parole Ettore Gotti Tedeschi, economista e presidente dello IOR (Istituto Opere Religiose), ha commentato sul Corriere della sera del 21 novembre il rapporto dell’UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) secondo cui per fermare il cambiamento climatico bisognerebbe ridurre le nascite.

Dopo aver ricordato che nessuna delle previsioni catastrofiche degli ambientalisti radicali si è mai avverata, Gotti Tedeschi ha denunciato il “maltusianismo che non ha nulla di scientifico”.

Secondo il presidente dello IOR le cose stanno esattamente al contrario e cioè che “è stato il crollo della natalità in Usa, Europa e Giappone a generare la crisi economica e quindi anche il blocco degli investimenti a tutela dell’ ambiente”.

Le previsioni dei neomaltusiani secondo cui a metà degli anni ‘ 70 milioni di persone sarebbero morte di fame, in Asia, se la popolazione avesse mantenuto lo stesso tasso di crescita, si sono dimostrate assolutamente sbagliate.

Al contrario – ha spiegato Gotti Tedeschi – “ci siamo impoveriti noi, l’Occidente a crescita zero. Loro, crescendo, hanno generato tanta ricchezza da tenere in mano il debito Usa”.

All’obiezione secondo cui se cresce il numero delle persone crescono le bocche da sfamare, il presidente dello IOR ha risposto_ “Quando il tasso demografico è zero o poco più, la popolazione invecchia e i costi fissi aumentano, non si possono diminuire le tasse, si bloccano sviluppo, investimenti e risparmio. E per compensare s’inventa una finanza come s’inventa la crescita. Si favorisce la crescita a debito: le famiglie s’ indebitano di anni successivi di redditività per anticipare i consumi. E quando non possono più pagare salta tutto”.

La proposta di limitare le nascite e favorire la decrescita economica dei neomalthusiani, per Gotti Tedeschi “sarebbe un disastro”.

“Il problema dei neomaltusiani – ha precisato il noto economista – è che ce l’hanno con l’uomo. Benedetto XVI, nella Caritas in veritate, ci ha fatto capire che l’ origine della crisi è aver negato la vita”.

Gotti Tedeschi ha fatto riferimento al discorso del Papa alla Fao, quando ha affermato che la Terra può sfamare tutti. “C’è un passaggio formidabile, nell’enciclica – ha sottolineato – per fare vera economia, dice, la ricchezza va distribuita. Se io ho i soldi e lei no, a chi vendo? Non è solo carità: i ricchi restano ricchi solo se diventano ricchi i poveri. E questa è la verità delle legge economica naturale, scritta da un Papa che è un grande intellettuale e un grande economista. Con buona pace di Max Weber, del resto, l’ economia di mercato non l’ hanno inventata i protestanti ma i francescani, i domenicani, i gesuiti…”.

Il presidente dello IOR ha ripetuto gli stessi concetti in un editoriale dal titolo “Se l’economia va male non diamo la colpa ai figli” pubblicato il 25 novembre da il Sole 24Ore, il più diffuso quotidiano economico fiananziario italiano.

Nell’articolo Gotti Tedeschi ha ribadito che il maggior economista-demografo contemporaneo, Alfred Sauvy, ha spiegato e dimostrato che tra crescita della popolazione e sviluppo economico c’è una perfetta correlazione, ma ancora oggi, “altri studiosi affermano disinvoltamente che (…) il crollo della natalità ha fatto bene ai paesi occidentali”.

Eppure, ricorda Gotti Tedeschi la stessa Onu spiegò che tra il 1900 e il 2000 la popolazione mondiale era sì cresciuta di 4 volte, ma il Pil mondiale era cresciuto di ben 40 volte.

E’ vero che il reverendo Malthus nel 1798 e l’economista del Mit Lester Thurow più recentemente, hanno cercato di spiegare che per far crescere il Pil si devono ridurre le nascite, ma altri due economisti, Shumpeter e Solow, negarono queste teorie malthusiane proponendo come soluzione invece proprio la crescita del numeratore, cioè il genio innovativo dell’uomo capace di sviluppare tecnologie per far crescre il Pil senza ridurre le nascite.

L’editoriale di Gotti Tedeschi si conclude spiegando che dietro al dibattito sul cambiamento climatico c’è un tentativo di suggestionare l’opinione pubblica “affinché si veda nell’uomo e nelle nascite origine e causa della distruzione della Terra”.

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ZENIT Staff

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