L'arte contemporanea sposa l'arte sacra nella Cattedrale di Sulmona

Intervista al Vescovo Angelo Spina

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di Marialuisa Viglione

ROMA, domenica, 6 dicembre 2009 (ZENIT.org).- L’arte può servire come catechesi. E’ sempre stato così nei secoli, e così continua ad essere, perché aiuta i fedeli a pregare di fronte a una scena del Vangelo e al ritratto di un Santo. Un Vescovo in particolare ha investito nell’arte contemporanea: il Vescovo di Sulmona Valva, Angelo Spina, che ha voluto offrire alla sua Diocesi alcune opere.

I nuovi dipinti sono arrivati lo scorso mese nella Cattedrale di Sulmona, costruita su un tempio pagano e nell’VIII secolo dedicata a San Panfilo. Tra opere di varie epoche – la parte più antica visibile risale al 1075 -, ora anche le sei tele firmate da Rodolfo Papa, giovane pittore, accademico pontificio (accademia dei virtuosi al Pantheon), critico e firma importante di riviste e libri d’arte.

I dipinti sono stati commissionati a 800 anni dalla nascita di Celestino V, che diventato Papa e poi santo visse a Sulmona, nell’eremo, dove ricevette la notizia della sua elezione. Da Sulmona partì per L’Aquila, per essere incoronato successore di Pietro. In omaggio al santo, i Vescovi dell’Abruzzo e del Molise hanno indetto per il 2009 l’anno giubilare celestiniano. In più alcuni hanno investito nell’arte sacra.

Il Vescovo Spina, commissionando i dipinti, ha dimostrato che oggi come ieri l’arte serve alla fede e viceversa. I soggetti sono la Resurrezione, le virtù teologali e cardinali, la raffigurazione della Chiesa di oggi. Abbiamo intervistato il Vescovo, che ha spiegato il significato dei dipinti e la collaborazione con il pittore.

Come nasce il sodalizio tra un Vescovo e un artista che collaborano allo stesso progetto?

Mons. Spina: Nasce nel 2000, quando ero parroco della cattedrale di Bojano (CB) e avevo intenzione di adornarla con un ciclo pittorico. Incontrai per caso l’artista Rodolfo Papa e così cominciò una prima collaborazione che nel tempo si è consolidata.

In cosa è consistita la vostra collaborazione?

Mons. Spina: Innanzitutto nel creare un’amicizia e poi tentare di tradurre realtà teologiche e spirituali in pittura. Abbiamo molto discusso su tanti temi della fede e su come rappresentarli artisticamente. Ci siamo trovati così a mettere insieme il bagaglio teologico spirituale e quello pittorico artistico.

Qual è il programma iconologico-teologico del nuovo ciclo pittorico della Cattedrale?

Mons. Spina: E’ partito dal Kerigma, dalla morte e risurrezione di Cristo simboleggiate con la grande croce sopra l’altare e nell’abside dal mosaico della risurrezione. Chi ha portato questo annuncio? Prima la Maddalena, a cui Cristo appare Risorto, poi gli apostoli Pietro e Giovanni che vanno al sepolcro. Oggi è la Chiesa che porta il lieto annuncio. Il tutto è possibile se Dio dona le tre virtù teologali: fede, speranza e carità, e se nell’uomo c’è l’impegno operoso delle quattro virtù cardinali: prudenza, giustizia, temperanza e fortezza.

Il Magistero della Chiesa mette in evidenza come l’arte abbia un ruolo determinante nella formazione dei fedeli e dei sacerdoti. Benedetto XVI ha richiamato più volte la questione dell’emergenza educativa. Allora l’arte fa formazione?

Mons. Spina: Ritengo proprio di sì. L’arte sacra serve al sacerdote sia nella sua vita di uomo e cristiano, sia nel suo ministero presbiterale. Benedetto XVI , nell’esortazione postsinodale Sacramentum caritatis del 2007, indica la bellezza artistica come una delle “modalità con cui la verità dell’amore di Dio in Cristo ci raggiunge” (n.35) e sottolinea il “legame profondo tra la bellezza e la liturgia” in vista di tale legame. “E’ indispensabile che nella formazione dei seminaristi e dei sacerdoti sia inclusa, come disciplina importante, la storia dell’arte con speciale riferimento agli edifici di culto alla luce delle norme liturgiche”, dice il Papa (n.41). Queste parole fanno parte della millenaria tradizione cattolica, che ha sempre promosso, spiegato e all’occorrenza difeso la funzione dell’arte nella crescita spirituale dei credenti e nella missione pastorale della Chiesa.

Paolo VI, Giovanni Paolo II ed ora Benedetto XVI hanno ricordato più volte che per promuovere l’uomo c’è bisogno del rilancio di un vero umanesimo cristiano. Il ciclo pittorico che Lei ha concepito ha tra i soggetti le Virtù cardinali e teologali. I dipinti servono secondo lei ad avvicinare il fedele alle virtù?

Mons, Spina: L’uomo di oggi vive di immagini. Molte sono passeggere e vuote. Bisogna dare dei messaggi forti e l’arte pittorica riesce in questo intento in quanto non scappa, rimane lì sempre visibile e a far interrogare anche la persona più distratta, non come un pannello pubblicitario, ma come invito a cercare la verità e a praticarla.

La bellezza di questi nuovi dipinti, insieme al recupero dello splendore della Cattedrale di San Panfilo ottenuto grazie ai recenti lavori di restauro, può servire al bene comune della comunità? E in che modo?

Mons. Spina: Ogni opera d’arte è un bene per tutti, è l’epifania della bellezza e la bellezza è per tutti. Contribuisce non solo dal punto di vista della catechesi, dell’evangelizzazione e dell’esprimere la fede, ma anche dal punto di vista culturale. Molte persone visitano la Cattedrale di San Panfilo, ora vi trovano la pittura del terzo millennio a significare che la Chiesa non è rimasta ferma nel tempo, ma ha un cammino di novità nella fedeltà e di fedeltà nella novità. E’ la stessa fede, ma espressa in tempi e con modalità diverse e questo aiuta le persone che credono ma sono un invito anche a quelle che sono alla ricerca di Dio.

L’arte può essere quindi un valido strumento pastorale?

Mons. Spina: Da quanto ho detto rimane ancora un valido strumento pastorale. Gesù è la Parola vivente, ma si è anche incarnato e quindi ha mostrato la sua visibilità. Il compito dell’arte è quello di rendere “avvertibile il mondo dell’invisibile”.

È molto significativa, tra le altre, la tela che rappresenta la barca della Chiesa con il successore di Pietro, S.S. Benedetto XVI che guida il popolo di Dio tra i flutti del mare agitato del secolo. Cosa ci può dire sulla simbologia rappresentata in questa tela?

Mons: Spina : E’ una tela stupenda. Il dipinto raffigura la Chiesa che porta l’annuncio: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura…”(Mc 16,15). La Chiesa è raffigurata con una barca. Sulla vela c’è il Cristo. Il soffio dello Spirito spiega le vele che vengono illuminate dalla luce del Padre. Sulla barca c’è il Papa con il Vangelo tra le mani, il vescovo, il sacerdote, le religiose, le famiglie, i giovani, i ragazzi e i bambini. La Chiesa che annuncia è rappresentata da tutte le razze. Nella barca, al lato, c’è S. Pio da Pietrelcina, ad indicare che i santi, con la loro preghiera, sostengono l’evangelizzazione. Davanti alla barca c’è l’icona di Maria, Madre della Chiesa, con la scritta: “O Maria Concepita senza peccato , prega per noi che ricorriamo a te”.

Collaborerà ancora con Rodolfo Papa?

Mons. Spina: Mi auguro di poter continuare la collaborazione con una persona eccezionale dal punto di vista umano, spirituale, culturale come è Rodolfo Papa. E’ un grande artista. E’ un grande critico d’arte. Certo l’arte ha un costo, ma ne vale la pena.

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ZENIT Staff

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