ROMA, giovedì, 3 dicembre 2009 (ZENIT.org).- Di fronte a una situazione economica e finanziaria che colpisce soprattutto le fasce di popolazione più svantaggiate, è necessario un sistema di commercio basato sulla giustizia sociale.
Lo ha affermato l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, intervenendo alla Conferenza ministeriale dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), celebrata dal 30 novembre a questo mercoledì nella città elvetica per fare il punto sulla situazione dei negoziati in vista di un accordo mondiale sulla liberalizzazione dei commerci.
“L’attuale crisi economica – ha osservato il presule, come riporta la “Radio Vaticana” – è pesantemente ricaduta sui poveri del mondo”, provocando o aggravando problemi quali la disoccupazione e portando la Santa Sede a richiamare “l’attenzione degli Stati e delle organizzazioni commerciali” al riguardo.
In questo contesto, ha sottolineato, la riunione dell’OMC – alla quale hanno partecipato Ministri di 139 Paesi membri dell’organismo – si pone come una notevole opportunità per esortare la comunità internazionale a “concertare un’azione che porti i Paesi sviluppati e in via di sviluppo sulla strada della ripresa e della crescita”.
Il presule ha quindi ricordato l’Encliclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate, osservando che “ogni Paese ha diritto a definire il proprio modello economico”, ma ciò deve avvenire “nell’ambito di un’inclusiva ed equa globalizzazione” in cui “solidarietà, investimenti, trasferimenti tecnologici, capacità di costruire e condivisione di saperi siano messi a servizio di uno sviluppo” “basato sulla centralità della persona”.
In questo senso, ha esortato a riconoscere che ogni essere umano ha una dignità e il desiderio di libertà e di appagare le proprie aspirazioni anche nei processi economici.
Per questo, il mercato deve essere rivolto al “bene comune”, rispondendo anche e soprattutto alle necessità dei più poveri, che nel mondo arrivano ad essere un miliardo.
Per raggiungere l’obiettivo, ha concluso, è quindi necessario “un passo decisivo verso un sistema di commercio basato sul principio della giustizia sociale”.