Il Cardinale Bertone invita a riscoprire il metodo del dialogo

Nel presentare a Palazzo Madama il volume “Chiesa e Stato in Italia” di Roberto Pertici

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ROMA, giovedì, 3 dicembre 2009 (ZENIT.org).-Sulle questioni delicate occorre riscoprire oggi quel metodo del dialogo che nel corso della Storia d’Italia ha permesso a uomini di posizioni e pensiero anche antitetici di giungere a un accordo comune.

E’ quanto ha sottolineato questo giovedì il Segretario di Stato vaticano, il Cardinale Tarcisio Bertone, nel presentare presso il Senato della Repubblica italiana il volume di Roberto Pertici “Chiesa e Stato in Italia dalla Grande Guerra al nuovo Concordato” (1914-1984), (Bologna, il Mulino, 2009), realizzato con documenti dell’Archivio Storico del Senato.

Nell’opera, che affronta il tema del rapporto Chiesa-Stato, nei settant’anni che vanno dalla prima guerra mondiale all’Accordo di Villa Madama, vengono ripercorsi i grandi dibattiti del Parlamento e dell’Assemblea Costituente in occasione della ratifica dei Patti lateranensi e dell’Accordo del 1984 e dell’approvazione dell’articolo 7 della Carta Costituzionale.

“Ciò che colpisce – ha detto il Cardinale Bertone – è come si sia trovato un consenso, che non è un compromesso al ribasso, ma che, in ultima analisi, esprime il riconoscimento della dimensione sociale e pubblica del fatto religioso e, quindi, della profonda identità del popolo italiano”.

“E questo non necessariamente a partire da una condivisione di fede – ha aggiunto –, ma in forza di un corretto apprezzamento del ruolo del cattolicesimo nella plurisecolare vicenda storica della nostra penisola e dell’Europa”.

Questo aspetto, ha proseguito, “deve diventare un’indicazione di metodo, tuttora valida” quando ci si trova ad affrontare questioni legate alla presenza pubblica della religione e della Chiesa oppure temi delicati di carattere etico.

“Si tratta, cioè, di percorrere quella che il presidente Schifani, con felice espressione, denomina ‘la via del patriottismo costituzionale’”, ha detto.

Il porporato ha infine invitato a “operare guidati dalla ragione umana, che accomuna tutte le persone di buona volontà, credenti e non credenti, secondo le regole della convivenza democratica”.

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ZENIT Staff

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