I Vescovi dell'Africa consegnano al Papa un messaggio sull'Aids

Affermano che la Chiesa è davvero presente nella lotta alla pandemia

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ACCRA (Ghana), martedì, 1° dicembre 2009 (ZENIT.org).- In rappresentanza del “più efficace” e del “più presente attore nella lotta all’Aids”, i Vescovi dell’Africa hanno sottolineato che non è il momento di diminuire gli sforzi in questo campo.

Lo hanno fatto in un messaggio del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM) per il 1° dicembre, Giornata Mondiale per la Lotta all’Aids.

Il testo, firmato dal Cardinale Polycarp Pengo, Arcivescovo di Dar es Salaam (Tanzania), segnala che il tema di quest’anno, “Accesso universale e diritti umani”, “sfida le leggi, le politiche e le pratiche discriminatorie che ostacolano l’accesso di tutti alla prevenzione dell’Hiv, alla sua cura e al sostegno”.

Il messaggio dei Vescovi arriva con l’autorità raggiunta per il fatto che “la Chiesa non ha eguali nella lotta all’Hiv in Africa e nella cura dei malati”.

“All’inizio di quest’anno”, indica il testo, “rispondendo a un giornalista durante il viaggio in Africa, il Papa ha detto che l’attore più presente nella lotta all’Aids è la Chiesa cattolica, e noi Vescovi africani sappiamo che ha ragione”.

Corpo di Cristo

Il Cardinale Pengo ha anche lamentato il fatto che “la preoccupazione ufficiale per la pandemia stia diminuendo”.

“Il Crpo di Cristo ha l’Aids ed esprimiamo la nostra determinazione pastorale, come Famiglia di Dio, a fornire risposte adeguate – ha dichiarato –. Per il nostro continente è ancora l’afflizione peggiore”.

Il messaggio dei Vescovi sottolinea come sia falso presupporre che “le cure siano ora disponibili per tutti”.

Al contrario, spiega il comunicato, solo un terzo di coloro che hanno bisogno di cure ne dispone, e dopo due anni appena il 60% continua il trattamento.

Ogni due persone in cura, ci sono cinque nuovi infetti. Le nuove infezioni da Hiv in tutto il mondo continuano a superare il numero di quanti seguono un trattamento e le morti per Aids.

“Il numero di orfani e bambini maltrattati, vulnerabili e infetti continua a crescere in modo esponenziale”, afferma il Cardinale.

“Lo stigma è ancora un potente nemico – aggiunge –. La Chiesa conosce molto bene l’impatto reale dell’Hiv e dell’Aids sui suoi figli e sulle sue figlie, e sarà così nei prossimi decenni”.

La saggezza del Papa

Anche se l’avvertimento di Benedetto XVI sul fatto che i preservativi non sono la soluzione all’Aids ha provocato agitazione nei mezzi di comunicazione quando ha visitato l’Africa a marzo, i Vescovi affermano che il Pontefice aveva ragione.

“Avvertiamo seriamente che il problema non può essere superato esclusivamente o principalmente con la distribuzione di preservativi”, dichiarano.

“Solo una strategia basata sull’educazione alla responsabilità individuale nel contesto di una concezione morale della sessualità, soprattutto attraverso la fedeltà coniugale, può avere davvero un impatto nella prevenzione di questa malattia”.

La concezione che ha la Chiesa del matrimonio, continua il SECAM, promuove i comportamenti più efficaci per prevenire la trasmissione sessuale della malattia: “astinenza prematrimoniale e fedeltà nel matrimonio”.

Appello ai giovani

Il cardinale Pengo rivolge quindi un toccante appello ai giovani africani: “Ci rivolgiamo soprattutto ai giovani, nei quali crediamo fermamente. Non permettete a nessuno di ingannarvi facendovi credere che non potete controllare voi stessi”.

“L’astinenza è la migliore difesa – aggiunge –. Per chi non è sposato, è anche l’unico modo di agire”.

La formazione della persona umana è dunque il vero segreto, “la chiave di tutto”. “Siamo decisi a prepararvi perché siate il sale della terra e la luce del mondo di domani, membri attivi, generosi e responsabili della società e della Chiesa”.

Il messaggio del SECAM termina quindi con una preghiera alla Madonna: “La nostra Santa Madre Maria, Regina dell’Africa e Salute degli Infermi, interceda per noi sul trono di grazia”.

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ZENIT Staff

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