DUBLINO, venerdì, 27 novembre 2009 (ZENIT.org).- L'Arcivescovo di Dublino ha chiesto perdono per l'occultamento dei casi di pederastia avvenuti negli anni passati nella Chiesa in Irlanda, spiega un rapporto governativo.
“Nessuna parola di scuse sarà mai sufficiente” per chiedere perdono per gli abusi sessuali ai danni di bambini e adolescenti da parte di sacerdoti dell'Arcidiocesi di Dublino, ha affermato questo venerdì monsignor Diarmuid Martin durante una conferenza stampa.
Le sue parole commentavano le conclusioni del Rapporto Murphy, un'indagine sull'occultamento da parte dell'Arcidiocesi di oltre 300 casi di abusi da parte di più di 40 sacerdoti per circa 30 anni.
Il Rapporto, reso pubblico dal Dipartimento per la Giustizia del Governo irlandese, rivela che l'Arcidiocesi di Dublino e altre autorità della Chiesa hanno coperto gli abusi per decenni, con la connivenza delle autorità civili.
Concretamente, accusa il Rapporto, gli Arcivescovi e i Vescovi ausiliari dell'Arcidiocesi di Dublino negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta hanno archiviato le denunce di abusi contro sacerdoti di modo che non giungessero in tribunale.
Dall'altro lato, si dichiara che le autorità di polizia rimettevano le denunce alla Diocesi anziché indagare su di esse.
Monsignor Martin ha affermato che il Rapporto, anche se “dà un'idea della gravità dei crimini che hanno avuto luogo”, non può mostrare “la sofferenza e il trauma subiti dai bambini, né la sofferenza dei loro familiari”.
“Non ho parole per dire come mi sento”, ha confessato il presule.
Nel Rapporto si accusano le autorità ecclesiastiche di “non aver applicato la maggior parte delle proprie norme di Diritto Canonico” sul trattamento dei casi di abuso: “a metà del XX secolo il Diritto Canonico sembrava essere caduto in disuso”.
Monsignor Martin ha detto che è “scoraggiante” constatare che, mentre i leader ecclesiali non riconoscevano la gravità degli abusi, “quasi tutti i genitori che si recavano alla Diocesi per informare sull'accaduto capivano chiaramente l'orrore che questi presupponevano”.
“La motivazione principale era quasi sempre assicurarsi che ciò che era accaduto ai figli, o a se stessi, non avvenisse ad altri bambini”.
Anche il presidente della Conferenza Episcopale e primate d'Irlanda, il Cardinale Séan Brady, Arcivescovo di Armagh, ha dichiarato di “vergognarsi ed essere addolorato” per i risultati dell'indagine.