Non discriminiamo il concepito!

Proposta di legge per riconoscere i diritti del nascituro

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di Antonio Gaspari

ROMA, 19 novembre 2009 (ZENIT.org).- “Non ci sarà mai piena giustizia se non si affermerà con chiarezza l’uguaglianza tra tutti i cittadini, senza distinzioni tra nati e non nati” .

Così l’onorevole Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita (MpV), ha presentato questo mercoledì nella sala Alcide de Gasperi della Camera dei Deputati la proposta di legge per la modifica dell’art.1 del Codice Civile, che punta a estendere i diritti personali dal momento della nascita a quello del concepimento.

A vent’anni dall’approvazione della Convenzione universale dei diritti del fanciullo (20 novembre 1989), l’onorevole Casini ha ricordato come la Convenzione chiami “bambino” anche il nascituro e che al punto 9 del preambolo sostenga che “il fanciullo a causa della sua immaturità ha bisogno di una protezione speciale, anche giuridica sia prima che dopo la nascita”.

Per il presidente del MpV, questo confermerebbe che la Convenzione sui diritti del fanciullo “si applica anche al concepito” e ribadisce le solide acquisizioni della scienza biologica e genetica secondo le quali “la vita umana individuale inizia al momento del concepimento”.

Casini ha quindi ricordato che due sentenze costituzionali, in Italia il 10 febbraio 1997 n.35 e in Polonia il 27 maggio 1997, hanno fatto riferimento al preambolo e all’articolo 1 della Convenzione per affermare che il “riconoscimento del diritto alla vita di ogni essere umano dalla fecondazione trova una conferma anche nel diritto internazionale”.

Su questo tema già il 20 luglio 1995 il MpV aveva depositato alla Camera dei Deputati una proposta di legge di iniziativa popolare, sottoscritta da 400 docenti universitari di Biologia, Genetica e Diritto.

Tale proposta aveva visto l’adesione di 197.277 cittadini e una petizione di sostegno con oltre un milione 400 mila firme.

La proposta era quella di sostituire l’articolo 1 del Codice Civile in modo da anticipare al momento del concepimento il riconoscimento della capacità giuridica, che oggi è invece fissata al momento della nascita.

Seppure ripresentata da numerosi parlamentari sia al Senato che alla Camera, la proposta di legge non è mai stata messa in discussione.

In occasione del ventesimo anniversario della Convenzione sul diritto del fanciullo, il presidente del MpV, sostenuto dall’UDC e dai parlamentari dei diversi schieramenti politici, spera di ottenerne l’approvazione.

“Il formale riconoscimento sulla soggettività giuridica del concepito – ha spiegato Casini – non è soltanto l’esito moderno e inevitabile del principio di eguaglianza”.

“Non è soltanto una soluzione giuridicamente corretta non in contraddizione con le altre parti dell’ordinamento italiano”.

“E’ anche un modo – ha concluso – per motivare meglio il coraggio delle madri, dei padri e della famiglie, nonché l’impegno della società in ogni sua articolazione per rimuovere le difficoltà che potrebbero orientare una donna verso l’interruzione volontaria della gravidanza”.

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ZENIT Staff

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