Il Papa alle università cattoliche: superare la frattura tra fede e cultura

La ricerca teologica deve essere al servizio dell’evangelizzazione

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 19 novembre 2009 (ZENIT.org).- Le università cattoliche devono “superare il divario esistente tra fede e cultura” per “un maggiore impegno di evangelizzazione” del mondo attuale.

Benedetto XVI lo ha dichiarato questo giovedì ricevendo nell’Aula Paolo VI i partecipanti alla 23ª Assemblea Generale della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche (FIUC).

L’Assemblea, ha sottolineato il Papa, coincide con due anniversari: il 30° della Costituzione Apostolica di Giovanni Paolo II Sapientia christiana e il 60° del riconoscimento ecclesiastico della stessa FIUC, fondata a livello civile nel 1924.

Il Papa ha sottolineato l’attualità della Sapientia christiana, perché “nell’odierna società, dove la conoscenza diventa sempre più specializzata e settoriale, ma è profondamente segnata dal relativismo, risulta ancora più necessario aprirsi alla sapienza che viene dal Vangelo”.

“In una cultura che manifesta una mancanza di sapienza, di riflessione, di pensiero in grado di operare una sintesi orientativa, le Università cattoliche, fedeli alla propria identità che fa dell’ispirazione cristiana un punto qualificante, sono chiamate a promuovere una nuova sintesi umanistica, un sapere che sia sapienza capace di orientare l’uomo alla luce dei principi primi e dei suoi fini ultimi, un sapere illuminato dalla fede”, ha aggiunto il Pontefice.

I docenti e i responsabili delle università cattoliche e delle facoltà ecclesiastiche devono avere la “ferma convinzione che la Rivelazione cristiana è una forza trasformante, destinata a permeare i modi di pensare, i criteri di giudizio, le norme di azione”.

La Rivelazione, quindi, deve costituire “il punto centrale dell’insegnamento e della ricerca, nonché l’orizzonte che illumina la natura e le finalità di ogni Facoltà ecclesiastica”.

Le scienze sacre, ha proseguito Benedetto XVI, devono da un lato “raggiungere, con la ricerca teologica, una conoscenza più profonda della verità rivelata”, dall’altro mantenere “i contatti con gli altri campi del sapere, per un fruttuoso dialogo, soprattutto al fine di offrire un prezioso contributo alla missione che la Chiesa è chiamata a svolgere nel mondo”.

“L’uomo, infatti, è incapace di comprendere pienamente se stesso e il mondo senza Gesù Cristo: Lui solo illumina la sua vera dignità, la sua vocazione, il suo destino ultimo e apre il cuore ad una speranza solida e duratura”.

In questo senso, il Papa ha spiegato che le università hanno “un ruolo insostituibile” nella missione evangelizzatrice della Chiesa, e che il loro fine è “sapere per servire”.

“E’ importante per tutti, docenti e studenti, non perdere mai di vista il fine da perseguire, quello cioè di essere strumento dell’annuncio evangelico”, ha sottolineato.

Allo stesso tempo, ha concluso, “lo studio delle scienze sacre non va mai separato dalla preghiera, dall’unione con Dio, dalla contemplazione”, “altrimenti le riflessioni sui misteri divini rischiano di diventare un vano esercizio intellettuale”.

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ZENIT Staff

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