Con la Croce, recupero della testimonianza di fronte al mondo

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di mons. Luigi Negri*

ROMA, giovedì, 19 novembre 2009 (ZENIT.org).- La decisione assunta dalla Corte dei Diritti dell’uomo di Strasburgo di vietare la presenza dei crocifissi nella aule scolastiche era largamente prevedibile e, per certi aspetti, attesa. In queste istituzioni si sta sostanzialmente catalizzando tutto il peggior laicismo che ha una connotazione obiettivamente anti cattolica ed è ¨ teso ad eliminare, anche con la violenza, la  presenza cristiana dalla vita della società  e, addirittura, i simboli di questa presenza. Altri hanno già individuato, soprattutto la Conferenza Episcopale Italiana, la meschinità   culturale di questa decisione, la miopia, come ha detto la Santa Sede, ma io credo che sia giusto dire che si tratta di una volontà eversiva verso la presenza cristiana, condotta con una ferocia pari soltanto all’apparente oggettività o neutralità delle istituzioni del diritto. Però è anche giusto – come facevano i nostri vecchi, e noi abbiamo spesso dimenticato questa lezione, – che ci chiediamo se noi, come popolo cristiano e, addirittura, vorrei dire come ecclesiasticità , non abbiamo qualche responsabilità  per questa situazione. E’ sempre giusto leggere in profondità se in qualche modo abbiamo rischiato di essere conniventi.

La vicenda di Strasburgo nella sua brutalità è anche una conseguenza di troppo irenismo che attraversa il mondo cattolico da decenni, per cui la preoccupazione fondamentale non è la nostra identità  ma il dialogo ad ogni costo, andare d’accordo anche con le posizioni più distanti. Questo rispetto della diversità  delle posizioni culturali e  religiose, sostenuto dall’idea di una sostanziale equivalenza fra le varie posizioni e religioni, che fa perdere al cattolicesimo la sua assoluta specificità . Un  irenismo, un aperturismo, una volontà  di dialogo  a tutti i costi che viene ripagata nell’unico modo in cui il potere mondano ripaga sempre questi scomposti atteggiamenti di compromesso: con il disprezzo e la violenza.

E’ necessario rinnovare la coscienza della propria identità , della propria specificità  come evento umano e cristiano nei confronti di qualsiasi altra posizione, ed attrezzarci a vivere il dialogo con tutte le altre posizioni, non sulla base di una smobilitazione della propria identità ma come espressione ultima, critica, intensa della nostra identità .

Alla fine risulterà  forse una prova significativa, una prova che può formare, una prova attraverso la quale – come spesso ci viene ricordato dalla tradizione dei grandi Padri della Chiesa -, Dio continua ad educare il suo popolo. Ma occorre che il giudizio sia chiaro e non ci si fermi a reazioni emotive ma si legga in profondità  il compito che abbiamo davanti: recuperare la nostra identità ecclesiale e impegnarci nella testimonianza di fronte al mondo.

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*Mons. Luigi Negri è Vescovo di San Marino-Montefeltro

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ZENIT Staff

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