Mons. Ladaria: la Chiesa non può reclamare un'etica di minimi

Intervento sulla “Dignitas personae” Lay Centre at Foyer Unitas

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di Carmen Elena Villa

ROMA, mercoledì, 11 novembre 2009 (ZENIT.org).- Durante una conferenza offerta a un gruppo di studenti, il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, monsignor Luis F. Ladaria, ha parlato della dignità umana e delle nuove impostazioni presentate nell’Istruzione “Dignitas personae”, pubblicata il 12 dicembre 2008 da questo dicastero.

L’incontro accademico con gli studenti, in prevalenza di lingua inglese, si è svolto al Lay Centre at Foyer Unitas, un centro di studi, riflessione e scambio interreligioso situato nel monastero dei Santi Giovanni e Paolo, vicino al Foro Romano, che vuole offrire uno spazio di crescita intellettuale e spirituale agli studenti universitari che risiedono nella Città Eterna.

Monsignor Ladaria ha parlato dell’Istruzione dopo che Papa Benedetto XVI ne ha donato una copia al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante l’udienza che gli ha concesso il 10 luglio scorso.

Difendere la vita in tutti i suoi stadi

Il presule ha ricordato che il documento si riferisce al tema della difesa della vita, sottolineando il periodo prenatale e le nuove sfide su temi come la manipolazione genetica, la clonazione e la fertilizzazione in vitro.

La dignità umana, ha rimarcato, “non è concessa” da istituzioni terrene, ma “si riconosce come un dato previo”. La grandezza di questa dignità, ha aggiunto, raggiunge il culmine nella persona di Gesù Cristo “perché Dio si è fatto uomo. Questa è la maggior dignità possibile a cui possiamo pensare”.

Il presule ha ricordato che a livello scientifico è provato che dal momento del concepimento c’è vita umana, e quindi il nuovo essere possiede già un’anima e uno spirito. “Se è un umano, è sempre una persona. Non esiste in lui niente in astracto”.

Da quando comincia a esistere lo zigote, ha ricordato, non c’è un cambiamento nella sua natura: “possiede una piena qualificazione antropologica. C’è una continuità, non ci sono salti che portino con sé mutazioni sostanziali, il corpo embrionale si sviluppa. Si vede la ragione decisiva per accettare la stessa dignità della persona”.

Perché i cristiani danno tanta importanza a questo concetto di persona?, si è chiesto il presule durante la sua conferenza. “L’uomo e la donna sono stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Il concetto di persona è fondamentale per le approssimazioni al mistero della Trinità e dell’incarnazione. L’uomo è persona. Cristo è persona nella sua relazione con il Padre, è figlio”.

Questo tipo di argomentazioni, ha osservato, viene ignorato quando si promuovono ideologie che vanno contro la vita. In quel momento l’uomo “viene considerato un numero”, ha segnalato monsignor Ladaria.

“Nei campi di concentramento volevano eliminare la dignità umana, davano un numero. Questo è un modo di offendere la persona, di ridurla. La dignità è in relazione con le caratteristiche uniche e irrepetibili”.

La Chiesa è un’istituzione che si oppone in modo arbitrario a qualsiasi progresso scientifico? Monsignor Ladaria ha risposto a questa domanda assicurando che la Chiesa mette in discussione la possibilità che le nuove tecnologie possano scollegare l’inizio della vita umana dall’aspetto naturale e dall’unione coniugale.

“Soltanto nell’ambito del matrimonio e della famiglia si trova l’origine della vita umana – ha constatato –. Una procreazione deve essere il frutto del matrimonio. Loro sono il frutto dell’amore di Dio”.

L’uomo, ha segnalato, deve tener sempre presente la sua vocazione di co-creatore: “la procreazione è una speciale cooperazione. Soltanto nell’amore umano che è riflesso dell’amore divino e nella donazione mutua si trova il contesto per la cooperazione all’amore di Dio creatore. E’ un totale coinvolgimento personale”. Per questo, è “eticamente inaccettabile la dissociazione della procreazione dal contesto dell’atto coniugale”.

La chiave, ha aggiunto, è vedere la vita come un fine in sé e non come un mezzo per soddisfare i desideri, le necessità o i diritti di coloro che vogliono essere genitori.

L’obiettivo della Chiesa è difendere i più indifesi, ha proseguito, ricordando le parole di Papa Benedetto XVI l’8 gennaio scorso, quando ha detto agli ambasciatori presso la Santa Sede che i più poveri sono i concepiti e per questo le pratiche che vanno contro di loro sono una “grave discriminazione”.

Monsignor Ladaria ha quindi dichiarato che il tema della difesa della vita non riguarda solo il cattolicesimo: “C’è una legge naturale che l’uomo può conoscere anche nella legge umana, la morale umana. Si tratta di creare dei ponti con altri gruppi religiosi. Tanti altri sono contro l’aborto. Questo non può essere oggetto di voto”.

Il presule ha quindi concluso il suo intervendo osservando che “la Chiesa propone la sua dottrina. Non propone una morale di minimi, ma di massimi. Presenta un ideale al quale ogni credente deve aspirare. Perchè c’è un principio fondamentale: ogni cristiano è chiamato alla santità secondo il suo stato di vita”.

La fragilità umana esiste, ma “non perché le regole non si applicano, ma perché noi uomini siamo fragili. Perciò la Chiesa ci offre il sacramento della penitenza, ma non facciamo un cristianesimo di minimi. La santità è il nostro desiderio, la nostra vocazione”.

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ZENIT Staff

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