Dal Vaticano nessuna pressione sul Vescovo cinese An Shuxin

Il presule iscrittosi all’Associazione patriottica

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ROMA, martedì, 3 novembre 2009 (ZENIT.org).- Con una dichiarazione resa nota questo martedì, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli ha affermato di non aver esercitato alcuna pressione su mons. Francesco An Shuxin, il presule iscrittosi all’Associazione patriottica, perché uscisse dalla clandestinità.

Mons. An Shuxin, Vescovo coadiutore di Baoding (Hebei), roccaforte della Chiesa sotterranea, dopo 10 anni di prigione forzata e isolamento nelle mani della polizia, ha deciso di essere riconosciuto come Vescovo ufficiale.

Per questo, ha dovuto accettare di iscriversi all’Associazione patriottica, l’organismo istituito dal regime maoista nel 1957 con lo scopo di creare una Chiesa nazionale indipendente dalla Sede apostolica e azzerare la presenza missionaria.

Da qui la differenza tra una Chiesa “ufficiale” o “patriottica” e i fedeli che cercano di sottrarsi al suddetto controllo per obbedire direttamente al Papa, formando la Chiesa “non ufficiale” o “clandestina”.

L’Associazione patriottica che controlla le attività e la fede di circa 5 milioni di cattolici, si arroga il diritto di nominare i Vescovi, decide quali membri della comunità cattolica possono seguire gli studi religiosi e chi può essere ordinato sacerdote, controlla l’organizzazione dei corsi di catechismo e quali devono essere i temi trattati.

Dal 1958, da quando cioè è stata imposta l’Ap, chi non vi aderisce viene arrestato, posto in isolamento e in molti casi condannato ai campi di “rieducazione” e lavori forzati nei laogai.

Nella sua Lettera ai cattolici cinesi del 2007, Benedetto XVI definiva l’Ap e il suo ideale come “inconciliabile con la dottrina cattolica”.

Molti sacerdoti di Baoding, secondo quanto riferito dall’agenzia del PIME, AsiaNews, si sono detti scandalizzati dalla scelta del Vescovo: “Per decenni la Chiesa sotterranea non ha mai accettato compromessi con l’Ap, pagando anche con la vita e la prigionia la loro adesione al Papa”.

Suore cinesi, che vivono non lontane da Baoding, hanno detto sempre ad AsiaNews che, a loro avviso, la scelta di mons. An è dovuta al senso di abbandono che si respira nella Chiesa sotterranea, considerata “un intralcio” nei possibili rapporti fra Cina e Vaticano.

Un sacerdote clandestino di Zhengding ha affermato invece che “da anni vi sono diocesi sotterranee senza Vescovo e per quello che vediamo la Santa Sede non si preoccupa di trovare candidati. Da decenni ci sono Vescovi in prigione, ma nessuno sembra fare qualcosa per la loro liberazione”.

Attualmente tre Vescovi sotterranei dell’Hebei sono scomparsi nelle mani della polizia. Uno di essi è l’ordinario di Baoding, mons. Giacomo Su Zhimin 75 anni, arrestato e scomparso dal 1996. Vi è poi mons. Cosma Shi Enxiang (diocesi di Yixian), 86 anni, arrestato e scomparso il 13 aprile 2001; e infine mons. Giulio Jia Zhiguo (diocesi di Zhengding), 74 anni, scomparso il 30 marzo scorso.

Un altro sacerdote ha fatto notare che la “dimenticanza” della Chiesa sotterranea è andata di pari passo con alcuni timidi segnali di dialogo fra il governo cinese e il Vaticano, ma ha sottolineato allo stesso tempo i “pochi risultati” ottenuti.

“In questi ultimi due anni – ha detto ad AsiaNews – al Vaticano non è stato possibile ordinare nemmeno un Vescovo ufficiale, anche se ce ne sarebbe bisogno”.

Fonti di Baoding dicono che mons. An avrebbe scelto di iscriversi all’Ap perché questa avrebbe minacciato di isolarlo e fare un altro Vescovo al suo posto, portando scompiglio nella comunità sotterranea.

La sua scelta sembra quindi dettata dal tentativo di salvare la comunità e un minimo di lavoro pastorale, anche se sotto il controllo dell’Ap.

Anche due sacerdoti sotterranei, i padri Pang Guangzhao e Jiang Yanli, hanno deciso di iscriversi all’Ap forse per gli stessi motivi e sono stati subito liberati dal carcere. Mentre altri sacerdoti rimangono in prigione.

In una nota, la Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli, attraverso l’agenzia Fides, ha fatto sapere di rigettare “categoricamente […] come prive di qualsiasi fondamento” le notizie circa “una lettera indirizzata al Presule [mons. An Shuxin, ndr] dalla Santa Sede in merito alla sua concelebrazione con un Vescovo illegittimo” che “attribuiscono alla Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli di aver autorizzato tale concelebrazione e di avere fatto pressione perché mons. An uscisse dalla clandestinità, iscrivendosi all’Associazione patriottica”.

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ZENIT Staff

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