di Jesús Colina
CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 1° ottobre 2009 (ZENIT.org).- Non è africana e ovviamente non è un Vescovo. Ad ogni modo, Benedetto XVI ha chiesto alla spagnola Myriam García Abrisqueta, presidente dell’organizzazione non governativa (ONG) Manos Unidas, di partecipare al Sinodo dei Vescovi che si svolgerà a Roma a ottobre.
Come uditrice non voterà le conclusioni (le “proposizioni”) del Sinodo, ma la sua voce verrà ascoltata sia nell’assemblea generale che nei gruppi di lavoro. Si tratta, quindi, di una decisione significativa con cui il Papa vuole riconoscere l’aiuto che le organizzazioni cattoliche spagnole come Manos Unidas offrono alla Chiesa in Africa e al continente in generale, e di un sostegno decisivo al protagonismo che hanno tante donne in questo settore.
Questo mercoledì, Myriam García Abrisqueta, accompagnata da altre volontarie che rendono possibile l’opera di Manos Unidas, ha saludato il Papa in Vaticano per celebrare insieme i cinquant’anni di questa organizzazione.
In alcune dichiarazioni a ZENIT, il presidente della ONG ha affermato che questa nomina del Papa “riconosce implicitamente la rilevanza dell’opera svolta in Africa dalla nostra istituzione”.
“Il continente è quello in cui lavoriamo di più – ha spiegato –. E’ ovvio, visto che ci dedichiamo allo sviluppo e sono tante le zone dell’Africa in cui si verificano situazioni molto difficili. Nel 2008 abbiamo finanziato 305 progetti in questo continente, rispetto ai 278 dell’Asia e ai 191 dell’America. Ciò fa sì che Manos Unidas vi abbia accumulato un gran numero di contatti ed esperienze personali”.
Essere donna in un Sinodo sull’Africa è una responsabilità. Il presidente spiega che andrà al Sinodo “per ascoltare e approfondire i nostri legami” e per “sentire la Chiesa. Il Sinodo è un’ottima occasione per ampliare gli orizzonti e acquisire prospettive più complete e universali”.
La García Abrisqueta ha confessato di essere attirata molto dai “contatti informali fuori dall’aula. Poter essere in contatto con una rappresentanza così ampia di un continente non è una cosa che si può vivere ogni giorno”.
Ha anche annunciato che al Sinodo sosterrà ciò che Benedetto XVI ha scritto nell’Enciclica Caritas in Veritate (n. 27) sullo sviluppo integrale e autentico, quando segnala che il problema dell’insicurezza alimentare deve essere posto in una prospettiva a lungo termine, “eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo”.
“Il Papa segnala anche la necessità di coinvolgere le comunità locali nelle scelte che si compiono – ha aggiunto –. Queste parole riflettono perfettamente il modello che cerchiamo di sviluppare a Manos Unidas”.
La sintonia tra la donna e il Papa è risultata evidente nella recente notizia per cui la García Abrisqueta è stata nominata membro del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, l’organismo della Santa Sede creato da Paolo VI per coordinare e promuovere l’azione delle istituzioni caritative nel mondo.
Manos Unidas è una ONG cattolica promossa da donne volontarie che lotta contro povertà, fame, malnutrizione, malattie, mancanza di istruzione e sottosviluppo, e contro le cause di questi fenomeni.
E’ nata come campagna contingente contro la fame e dal 1978 ha acquisito piena personalità giuridica, canonica e civile, come organizzazione, passando a chiamarsi Manos Unidas.
Per realizzare il suo obiettivo, finanzia progetti di sviluppo nei Paesi del Sud del mondo e svolge campagne di sensibilizzazione in Spagna.