ROMA, sabato, 10 ottobre 2009 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la traduzione italiana dell'intervento pronunciato il 6 ottobre dall'Arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, nell'ambito della 64ª sessione dell'Assemblea generale dell'Onu, in merito al rapporto del segretario generale sul lavoro dell'Organizzazione.

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Signor Presidente,
la mia delegazione desidera ringraziare il Segretario Generale per il rapporto sul lavoro dell'organizzazione e per il chiaro appello al ripristino della speranza e della solidarietà cosicché la sessantaquattresima sessione dell'Assemblea Generale divenga un momento di rinnovamento per questa organizzazione.

Durante l'anno appena trascorso la comunità globale è divenuta più consapevole della fragilità della prosperità e della crescita. Il mondo è stato colpito da una crisi economica che ha portato un numero senza precedenti di persone a perdere il lavoro, la sicurezza e la capacità di provvedere perfino alle necessità basilari delle proprie famiglie. Questa crisi ha sollevato alcuni interrogativi sulle cause e sulle conseguenze della svolta economica sfavorevole e ancor più interrogativi sul futuro. Quindi, un anno dopo l'aggravarsi della crisi finanziaria, iniziamo la sessantaquattresima sessione dell'Assemblea Generale con il nuovo proposito di imparare dagli errori e rinnovare il nostro impegno per la necessaria cooperazione.

Del rinnovato impegno per affrontare i problemi del mondo fa parte l'operare per alleggerire il fardello di molti dovuto all'assenza di risorse economiche. In numerose occasioni, la mia delegazione ha sottolineato la necessità di una solidarietà globale maggiore per gestire le implicazioni morali che il mondo deve attualmente affrontare e accordare una rinnovata priorità ai poveri. Accogliamo con favore il riconoscimento da parte del Segretario Generale delle basi morali che sottendono la necessità in tale sforzo di dare priorità ai più vulnerabili.

Per questo la mia delegazione reitera l'urgenza per le Nazioni Unite e per i Paesi industrializzati di unirsi per aiutare i numerosi Paesi incapaci di affrontare la crisi finanziaria e che continuano a trovarsi di fronte a sfide alla sicurezza e allo sviluppo. L'attuale crisi finanziaria non ha causato una situazione economica incerta e precaria nei Paesi più arretrati rispetto al resto del mondo, ma l'ha sicuramente aggravata. L'aiuto allo sviluppo sarà efficace soltanto se i governi locali e la società civile affronteranno la situazione con un impeto di responsabilità per risolvere i problemi di cronico malfunzionamento politico, amministrativo e sociale.

La mia delegazione apprezza gli sforzi del Segretario Generale per un impegno per il mantenimento della pace e la ricostruzione che sono due pietre d'angolo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Tutto ciò si otterrà soltanto nel contesto di un rinnovato impegno per una sovranità responsabile a livello sia nazionale sia internazionale.

Signor Presidente, la prossima Conferenza di Copenaghen sui cambiamenti climatici esaminerà la capacità della comunità internazionale di cooperare per affrontare un problema che ha cause e conseguenze globali. Al centro del dibattito sul cambiamento climatico c'è l'esigenza morale ed etica per gli individui, le aziende e gli Stati di riconoscere la propria responsabilità nell'uso delle risorse della terra in modo sostenibile. Questa responsabilità implica il dovere di tutti gli Stati e delle corporazioni internazionali che, per alcuni versi, hanno usato in modo sproporzionato o addirittura abusato delle risorse globali di assumersi la propria quota di responsabilità per risolvere il problema.

In seguito all'accordo sulla creazione di uno strumento legalmente vincolante sull'importazione, l'esportazione e il trasferimento delle armi convenzionali, con la Convenzione sulle munizioni a grappolo e il recente consenso da parte delle maggiori potenze nucleari a ridurre lo stoccaggio nucleare, si è verificato un aumento sensibile dell'impegno di alcuni Stati per affrontare questa questione fondamentale del disarmo. Tuttavia, la costante proliferazione di armi nucleari e la volontà di alcuni Stati di continuare a spendere somme di denaro sproporzionate per le armi suggerisce che sono necessari sforzi ulteriori se dobbiamo fare progressi importanti nel controllare e disarmare unilateralmente questi mezzi di distruzione.

I nostri sforzi per rinnovare il lavoro delle Nazioni Unite risulteranno vani se le organizzazioni internazionali e i singoli Stati non saranno in grado di incorporare le voci della società civile in tutti gli aspetti dell'opera dell'organizzazione. I membri della società civile svolgono un ruolo determinante nel portare aiuti umanitari, promuovere lo stato di diritto e denunciare gravi violazioni dei diritti umani. A questo proposito, le organizzazioni di natura religiosa sono importanti nel fornire informazioni sulle esigenze locali della comunità, offrire assistenza e promuovere la solidarietà a livello sia locale sia internazionale per le necessità degli abitanti del mondo. La mia delegazione accoglie con favore il riconoscimento del Segretario Generale del ruolo fondamentale dei membri della società civile e speriamo di operare con delegazioni per includere ulteriormente organizzazioni civili nell'offerta di assistenza salva-vita a chi ne ha bisogno.

Signor Presidente, la corruzione diffusa, le pandemie, la persistente mortalità infantile in alcune regioni del mondo, la crisi economica, il terrorismo, la sicurezza alimentare, il mutamento climatico e la migrazione dimostrano tutti che in un mondo sempre più globalizzato, le soluzioni nazionali sono solo una parte della formula per contribuire alla pace e alla giustizia. Questi problemi globali esigono una risposta internazionale e, quindi, è imperativo che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali guardino al loro interno e all'esterno per elaborare le riforme necessarie ad affrontare le sfide di un mondo interconnesso. Lodando la guida del Segretario Generale, la mia delegazione spera di lavorare con Lei e con gli altri membri il prossimo anno per contribuire a creare un'organizzazione guidata dal dovere, dalla morale e dalla solidarietà verso i bisognosi.


(©L'Osservatore Romano - 11 ottobre 2009)