Benedetto XVI a Viterbo per confermare nella fedeltà a Cristo

Ricorda il “vincolo di affetto e di comunione” di questa città con i Papi

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di Mirko Testa

ROMA, domenica, 6 settembre 2009 (ZENIT.org).- “Sono venuto tra voi per incoraggiarvi e per confermarvi nella fedeltà a Cristo”. E’ quanto ha detto questa domenica Benedetto XVI rivolgendosi ai fedeli viterbesi, prima della preghiera dell’Angelus recitata sulla spianata di Valle Faul.

Il Santo Padre, partito in elicottero da Castel Gandolfo alle prime ore del mattino, è atterrato nel campo sportivo comunale “Enrico Rocchi”, dove è stato accolto dal Vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli, dall’on. Gianni Letta, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme ad altre autorità politiche, civili ed ecclesiastiche.

Successivamente, il Papa ha quindi raggiunto in auto la Cattedrale di S. Lorenzo dove ha benedetto le nuove porte di bronzo, opera dell’artista Roberto Ioppolo, in particolare le due laterali che completano un lavoro artistico dedicato alla creazione nel settembre del 1986, per volere di Giovanni Paolo II, della nuova diocesi di Viterbo che ora riunisce in sé Acquapendente, Bagnoregio, Montefiascone, Tuscania e l’Abbazia di San Martino al Cimino.

La porta centrale del Duomo è infatti chiamata “Porta della luce” perché vi sono rappresentati i nuovi “Misteri Luminosi” che Giovanni Paolo II inserì nella recita del Santo Rosario.

Qui, ha detto mons. Lorenzo Chiarinelli nell’indirizzo di saluto al Santo Padre sulla Loggia del Palazzo dei Papi – dove nel secolo XIII furono eletti 5 Papi e dove ebbe luogo il travagliato Conclave durato 33 mesi nel quale venne eletto Papa Gregorio X –, “c’è la Chiesa di oggi che è dinanzi a Lei con due volti”.

“L’uno simbolico, frutto del genio artistico che sollecita alla contemplazione di una Chiesa tutta santa e immacolata segno e strumento di unità”, ha detto il presule.

“L’altro – ha aggiunto – un volto vivo, appassionato, variopinto che cammina nella storia, tra tentazioni e speranze, tra tribolazioni e grazie, tra lacrime e consolazioni e è porzione del popolo di Dio in terra di Tuscia che avanza verso la pienezza del Regno”.

Il primo volto, scolpito nelle tre porte di bronzo – ha proseguito mons. Chiarinelli – , vorrebbe ripetere a tutti “la parola di Colui che ha detto ‘Io sono la porta’, affinché nessuno debba vagare errabondo, senza meta, o vivere da straniero, senza casa” e vorrebbe “essere stile di incontro, di dialogo, di solidarietà sul territorio mediante la testimonianza cristiana coerente e l’annuncio del Vangelo”

Il secondo volto, ha continuato, è quello “vivo della Chiesa d’oggi”, che chiede di essere confermata nella fede ed essere “sempre più Chiesa santa, Chiesa di comunione, Chiesa di donazione che canta la gloria di Dio e annuncia pace nelle vicende umane in particolare in questa terra di Tuscia”.

Gli onori di casa sono poi toccati al Sindaco della città, Giulio Marini, il quale ha sottolineato il “momento particolarmente significativo ed emozionante” della visita papale che si colloca nei giorni della celebrazione di San Rosa, copatrona di Viterbo.

Quella di Viterbo, ha detto subito dopo Marini, è una terra “che non sfugge purtroppo ai segni dell’inquietudine contemporanea, alla domanda di certezze e stabilità per il futuro che vuole vedere protagonisti soprattutto i giovani. Ed è a loro che rivolgiamo particolare attenzione, poiché loro è il futuro”.

Il Sindaco di Viterbo ha quindi espresso l’impegno assunto da tutti gli amministratori a lavorare per “un servizio esigente alla collettività, rafforzando la nostra azione per aiutare le giovani generazioni a rendere reali quei sogni e progetti”, sulla scorta anche degli insegnamenti racchiusi nella recente enciclica “Caritas in veritate”, che offrono “risorse spirituali di fiducioso cammino”.

Nel suo discorso prima dell’Angelus, il Papa ha riconosciuto il “singolare vincolo di affetto e di comunione” che lega Viterbo ai Successori di Pietro. Questa cittadina laziale è stata infatti la sede del Papato per 24 anni, periodo in cui si sono succeduti 8 Papi: da Alessandro IV (1254-1261) a Martino IV (1281-1285). Ben quattro dei Pontefici eletti a Viterbo sono qui seppelliti.

Nel corso dei secoli, circa 50 Papi hanno inoltre visitato Viterbo. L’ultimo è stato Giovanni Paolo II il 27 maggio 1984. Tra questi, almeno 16 Pontefici vissero per lunghi o brevi periodi a Viterbo, e in alcuni casi anche più di una volta.

“Viterbo – ha detto il Santo Padre – viene giustamente chiamata ‘Città dei Papi’, e questo costituisce per voi uno stimolo ulteriore a vivere e testimoniare la fede cristiana, la stessa fede per la quale hanno dato la vita i santi martiri Valentino e Ilario, custoditi nella Chiesa Cattedrale, primi di una lunga scia di santi, martiri e beati della vostra terra”.

“’Conferma i tuoi fratelli’: quest’invito del Signore l’avverto oggi indirizzato a me con una intensità singolare”, ha quindi sottolineato.

“Pregate, cari fratelli e sorelle, perché possa svolgere sempre con fedeltà e amore la missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo”, ha infine concluso.

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ZENIT Staff

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