Cardinale Sepe: La Chiesa missionaria si rivolge a tutti senza distinzione alcuna

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì 29 aprile 2004 (ZENIT.org).- Il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha presentato stamani il Messaggio di Giovanni Paolo II per la prossima Giornata Mondiale Missionaria, sottolineandone l’appello ad un rilancio coraggioso dell’impegno missionario “ad gentes”, e ad un maggiore sostegno spirituale e materiale a favore delle Pontificie Opere Missionarie.

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“Eucaristia e Missione”, questo il titolo di quest’anno della Giornata che si terrà il 24 ottobre prossimo, e che fu istituita da Pio XI su richiesta dell’Opera della Propagazione della Fede nel 1926, con il fine di richiamare a ciascuno la propria responsabilità nella diffusione del messaggio evangelico.

Nella conferenza tenutasi presso la Sala Stampa della Santa Sede, il Cardinale Crescenzio Sepe ha esposto l’urgenza alla base del messaggio del Santo Padre di “rilanciare con coraggio la missione ‘ad gentes’, partendo dall’annuncio di Cristo”, constatando che “la Missione affidata da Cristo alla Chiesa” nel suo impegno missionario nel mondo “è ancora ben lontana dal suo compimento”.

Infatti nonostante siano più di 85 mila i sacerdoti (tra clero diocesano e religioso), 450 mila le suore e un milione e 650 mila i catechisti attivi nell’ambito dell’evangelizzazione, riferisce il porporato attingendo ai dati fino al 31 dicembre 2003 in possesso del Dicastero di cui egli è capo, “queste forze (…) sono ancora insufficienti ai bisogni emergenti nei Paesi di missione”.

“Un esempio – ha spiegato il cardinale –: in Asia vive più del 60% della popolazione mondiale e i cattolici sono soltanto il 2,9%” della popolazione totale, ovvero 110 milioni, secondo le cifre riportate dall’Annuario Statistico della Chiesa Cattolica 2002. “Si capisce perché, allora il Santo Padre nel primo numero di questo Messaggio, ci invita a ‘rilanciare con coraggio la missione ad Gentes’”, ha poi proseguito.

E questo nonostante su una popolazione mondiale di 6 miliardi e 200 milioni di abitanti, i cattolici siano 1 miliardo e 70 milioni, pari al 17,20%, e le Circoscrizioni Ecclesiastiche affidate a Propaganda Fide siano 1.081, comprese 153 Circoscrizioni Ecclesiastiche della cosiddetta “zona del silenzio” (Cina, Cambogia, etc.), costituendo così il 40% della Chiesa universale.

Nel suo intervento, il cardinale ha di seguito considerato la diffusione delle opere sostenute da Propaganda Fide nel mondo, il Dicastero della Santa Sede fondato nel 1622 da Papa Gregorio XV, sorto con il preciso scopo di diffondere il cristianesimo nelle zone dove l’annuncio cristiano non era ancora giunto e di ergersi a baluardo della genuinità della fede, prima che Giovanni Paolo II lo ribattezzasse Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Attraverso le Pontificie Opere Missionarie, ha affermato il cardinale, vengono sostenuti 280 Seminari maggiori interdiocesani (per un totale di 65.000 seminaristi maggiori), 110 Seminari minori (85.000 seminaristi), 42.000 scuole, 1.600 ospedali, 6.000 dispensari medici, 780 lebbrosari, 12.000 opere caritative e sociali.

Le Pontificie Opere Missionarie costituiscono un’unica istituzione suddivisa in quattro rami distinti: l’opera “Propagazione della Fede” per la promozione della cooperazione missionaria in tutte le comunità cristiane; l’opera “San Pietro Apostolo per la formazione del clero locale nelle Chiese di missione; l’opera “Santa Infanzia o Infanzia missionaria” il cui fine è l’educazione dei ragazzi allo spirito missionario; ed infine l’opera “Unione Missionaria” volta all’ “animazione missionaria dei pastori e animatori del Popolo di Dio: sacerdoti, religiosi e religiose, membri di Istituti secolari”.

“Queste opere socio-caritative sono destinate non solo ai cattolici ma anche, e in alcuni casi soprattutto, ai non cattolici e ai non cristiani”, ha sottolineato di seguito il cardinale Sepe.

E difatti, in India, dove i cattolici sono il 6,9% della popolazione, le opere caritative cattoliche invece sono il 27% di tutte quelle esistenti. Stesso discorso vale per alcuni paesi Arabi, in cui la grande maggioranza degli studenti che frequentano le scuole cattoliche sono di religione islamica.

Tali dati non tengono conto, però, dei programmi di assistenza portati avanti dai missionari alle singole, piccole comunità parrocchiali, né dell’impegno, soprattutto in Africa, per debellare l’Aids, aumentato “di venti volte negli ultimi anni” e che causa la morte di “3 persone ogni cinque minuti”, così come di altre gravi malattie che decimano la popolazione quali il colera, il diabete e la meningite.

Alle strutture della Chiesa sparse nei cinque continenti, si aggiungono anche le istituzioni a Roma tra cui la Pontificia Università Urbaniana, unica Università esclusivamente missionaria nel mondo, con 1.300 alunni e 110 professori; i due Collegi Pontifici di San Pietro e San Paolo, che ospitano 350 sacerdoti provenienti dai Paesi di missione, a Roma per completare gli studi superiori.

E ancora il Pontificio Collegio Urbano con 140 alunni-seminaristi; il Centro Culturale Asiatico “Giovanni Paolo II”, attualmente con 45 studenti da Cina e Vietnam; il Collegio “Mater Ecclesiae” per la formazione dei catechisti; il Foyer Paolo VI per la formazione delle religiose (80 suore); il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM).

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ZENIT Staff

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