La misericordia dei cattolici aiuta alcune Diocesi a sopravvivere

Un Vescovo egiziano confessa le difficoltà della sua comunità

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KÖNIGSTEIN, domenica, 31 maggio 2009 (ZENIT.org).- La sopravvivenza di alcune Diocesi cattoliche dipende dalla misericordia dei fedeli di tutto il mondo.

Lo ha affermato il Vescovo Antonios Aziz Mina di Guizeh (Egitto), che ha sottolineato l’oppressione e la povertà sofferte dai suoi fedeli confessando la loro difficile situazione all’associazione caritativa cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).

La sua comunità, piccola ma decisa, è composta da 5.000 copti cattolici, una minoranza che spesso ha molte difficoltà a trovare lavoro a causa dell’intolleranza nei confronti dei cristiani e affronta grandi limitazioni al momento di costruire chiese e praticare esteriormente il culto.

“La Chiesa cattolica copta non ha proprietà – ha ricordato ringraziando ACS per l’aiuto economico che fornisce -. I fedeli sono molto poveri. Non possono comprare niente. La Chiesa nel nostro Paese non ha ancora risorse proprie necessarie per sopravvivere”.

Il Vescovo ha definito “unico” l’impegno dell’associazione per i cristiani sofferenti, e ha affermato che senza questo sostegno “per aiutare a costruire la persona umana nella vita della Chiesa” “sarebbe difficile andare avanti”.

Di fronte alle voci relative all’islam militante e alla crescita dei movimenti politici estremisti, il Vescovo Aziz Mina ha affermato di non poter dire che l’estremismo islamico stia aumentando, ma ha confessato che “c’è qualcosa nell’aria”.

“La nostra sfida è presentare la fede in Cristo nella società musulmana – ha spiegato -. Nelle circostanze attuali, le condizioni non sono facili, ma stiamo facendo un buon lavoro”.

Il presule si è recato al quartier generale di Aiuto alla Chiesa che Soffre a Königstein (vicino Francoforte, in Germania) per presentare un progetto per un centro di catechesi nella Diocesi di Guizeh, volto a incoraggiare il clero e i laici a sviluppare la propria fede sostenuti da esperti e programmi specifici.

“Per quanto riguarda il catechismo e la formazione alla fede, fino a questo momento ognuno dei miei sacerdoti tendeva a fare la stessa cosa nella propria parrocchia. Vorrei sviluppare un piano per ciascuno”, ha rivelato.

Ricordando che grazie agli aiuti di ACS è possibile finanziare anche un campo estivo annuale per ragazzi che attira 250 giovani per la Messa, discussioni e laboratori e rappresenta per molti di loro l’unica possibilità di vacanza, il Vescovo ha affermato che questa iniziativa è “molto importante” perché “significa che possiamo offrire un’ottima formazione ai giovani in un momento in cui sono disposti a dedicarvi molto tempo e attenzione, durante le vacanze estive”.

Queste iniziative, ha osservato, aiutano la gente a rimanere salda nella propria fede nonostante le tante difficoltà che deve affrontare.

“Vivere in un ambiente islamico influenza il comportamento – ha dichiarato -. Bisogna rimanere fedeli a ciò in cui si crede e amare tutti. E’ non è facile”.

Più del 90% degli oltre 83 milioni di abitanti dell’Egitto è musulmano. I cristiani rappresentano il 9% della popolazione e sono per la maggior parte copti ortodossi. I cattolici sono appena 200.000 e c’è più o meno lo stesso numero di protestanti.

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ZENIT Staff

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