CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 29 maggio 2009 (ZENIT.org).- Verrà pubblicata a breve una nuova edizione accresciuta, rivista e annotata dal prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano, il Vescovo Sergio Pagano, del volume "I documenti vaticani del processo di Galileo Galilei" (Città del Vaticano, Archivio Segreto Vaticano, 2009, pagine 550, 16 tavole fuori testo, "Collectanea Archivi Vaticani", 69).

Monsignor Pagano ha ricordato a "L'Osservatore Romano" l'interesse che la questione ha suscitato fin dal 1877, con la prima edizione parigina del cosiddetto "codice vaticano" del processo a Galileo, opera di Henri de L'Épinois, uno studioso laico che durante il pontificato di Pio IX ebbe il permesso di visionare le carte del processo.

Dopo molte edizioni negli anni a seguire, nel 1984 monsignor Pagano ha pubblicato per volere di Giovanni Paolo II una nuova edizione dei documenti del processo allo scienziato pisano.

"La brevità dei tempi allora mi costrinse a giornate di lavoro molto intenso e il risultato mi soddisfece solo in parte. Per questo come ho potuto, mi sono dedicato alla presente nuova edizione di 550 pagine e 1300 note. E ho piacere che il volume - che uscirà per la fine di giugno - veda la luce proprio ora: è il contributo umile e silenzioso dell'Archivio Segreto alla celebrazione dell'Anno Internazionale dell'Astronomia", ha confessato il Vescovo.

Rispetto alle edizioni precedenti degli atti processuali galileiani, ricorda il quotidiano vaticano, le novità più rilevanti odierne sono rappresentate "dalla maggiore conoscenza dei personaggi implicati nel procedimento, tutti precisati nelle note, compresi moltissimi inquisitori; dai documenti presentati nella loro genuinità - originali, copie, sunti, note d'ufficio - con rigorose note archivistiche; dal panorama, come si è detto, delle fonti 'vaticane' riguardanti il processo allo scienziato pisano e cioè l'Archivio storico della Congregazione per la Dottrina della Fede, l'Archivio Segreto Vaticano, la Biblioteca Apostolica Vaticana".

La nuova edizione comprende tutte le carte già note più almeno una ventina di nuovi documenti reperiti nell'Archivio del Sant'Uffizio dopo il 1991. L'edizione dei documenti è preceduta da un'ampia introduzione storica alle vicende che portarono all'istruzione e allo svolgimento del processo.

Secondo monsignor Pagano, l'atteggiamento dei teologi che giudicarono Galileo avrebbe potuto essere più comprensivo ed elastico.

"In una cultura dominata dalla visione tolemaica l'irruzione del sistema copernicano che veniva a contraddire sistematicamente la Scrittura - allora letta senza interpretazioni - richiedeva da parte dello studioso un atteggiamento meno apodittico quale traspariva da il Dialogo sopra i massimi sistemi", spiega "L'Osservatore Romano".

"Al tempo stesso non si può negare la ferma e risoluta decisione di Urbano VIII a volere il processo e la condanna affidando le carte e gli studi di Galileo al vaglio di studiosi prevenuti e non sempre all'altezza. Tra i gesuiti - che rimasero fuori dal procedimento - infatti non sarebbero mancati atteggiamenti disposti a essere più indulgenti con gli studi del pisano".

Galileo venne condannato al domicilio coatto e a una vita di preghiere e penitenze. Morì ad Arcetri nel 1642.