Sì della Corte della California al divieto del matrimonio gay

La decisione rispetta i diritti degli elettori

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SAN FRANCISCO, mercoledì, 27 maggio 2009 (ZENIT.org).- La Corte Suprema della California ha confermato questo martedì i risultati di un referendum popolare che vieta i matrimoni omosessuali.

In una sentenza di 186 pagine, la maggioranza del tribunale chiede che si applichi la consultazione popolare svoltasi il 4 novembre che riconosceva il matrimonio come unione esclusiva tra un uomo e una donna.

La decisione di questo martedì è stata accolta come “il culmine di anni di duro lavoro per preservare il matrimonio in California”, spiega in un comunicato Andrew Pugno, consigliere generale di ProtectMarriage.com.

Pugno ha spiegato che “centinaia di migliaia di volontari hanno lavorato diligentemente per difendere l’istituzione matrimoniale”.

“In due occasioni, gli elettori hanno deciso che il matrimonio in California deve essere solo tra un uomo e una donna”, ha spiegato.

“Siamo molto soddisfatti per il fatto che la Corte Suprema abbia riconosciuto il diritto degli elettori di definire il matrimonio nella Costituzione della California; gli elettori hanno deciso così e le loro opinioni devono essere rispettate”.

Nel 2000 i californiani hanno votato per mantenere il matrimonio tra un uomo e una donna, ma nel maggio dell’anno scorso l’Alta Corte ha annullato quel voto e ha approvato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Circa 18.000 coppie omosessuali hanno approfittato rapidamente dei vantaggi della nuova disposizione.

I cittadini della California hanno allora deciso di votare nuovamente sulla questione a novembre. Con una maggioranza di poco superiore al 52%, il matrimonio omosessuale è tornato ad essere illegale nello Stato.

Questa misura è conosciuta come Proposizione 8, e alla Costituzione della California è stata aggiunta la seguente clausola: “Solo il matrimonio tra un uomo e una donna è valido e riconosciuto in California”.

Un gruppo di attivisti è riuscito ad ogni modo a portare la questione davanti alla Corte Suprema dello Stato, affermando che il divieto richiedeva un’approvazione legislativa prima di essere aggiunto alla Costituzione.

La decisione giudiziaria di questo martedì ribadisce il divieto, anche se non “scioglie” i “matrimoni” delle 18.000 coppie omosessuali celebrati tra maggio e novembre.

Attualmente cinque Stati degli Stati Uniti riconoscono il matrimonio omosessuale: Iowa, Maine, Vermont, Massachusetts e Connecticut.

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ZENIT Staff

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