Il Papa ai benedettini: siate testimoni dell'adesione a Cristo

Durante i Vespri nella Basilica dell’Abbazia di Montecassino

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CASSINO, domenica, 24 maggio 2009 (ZENIT.org).- In un’epoca come quella attuale, i benedettini devono tornare a testimoniare visibilmente l’importanza della totale adesione a Cristo.

E’ quanto ha detto questa domenica sera Benedetto XVI nel presiedere, nella Basilica dell’Abbazia di Montecassino, la celebrazione dei Vespri con la partecipazione degli abati e abadesse e delle comunità di monaci e monache benedettini.

In un breve indirizzo di saluto, l’Abate di Montecassino, dom Pietro Vittorelli, ha affermato che dalla visita del Santo Padre “i monaci di Benedetto ricevono un nuovo appello alla propria fedele testimonianza”.

Oggi più che mai, ha aggiunto, i benedettini hanno infatti bisogno di udire “l’appello a percorrere le vie di Dio” sotto la guida del Vangelo; vie spesso “tortuose” – ha ammesso -, segnate dalla “stanchezza”, dalla “precarietà” e dalle “difficoltà di una testimonianza credibile” che dominano le comunità monastiche occidentali, nonostante i “segni di vivacità e speranza” che giungono dalle comunità presenti nelle giovani Chiese.

I benedettini, ha proseguito l’Abate, sono quindi chiamati ad essere un “umile ma efficace segno della ricerca di Dio” e a farsi portatori di quel messaggio di pace lasciato in eredità da San Benedetto, che nasce come una “continua esigenza di riscatto dalla furia distruttrice che anche in questo luogo ha toccato uomini e cose”.

L’Abbazia di Montecassino, fondata da San Benedetto intorno all’anno 529, dal giorno della sua fondazione è stata distrutta e ricostruita ben 4 volte. L’ultima volta in occasione del bombardamento da parte delle truppe alleate del 15 febbraio 1944, quando venne rasa al suolo, sebbene l’Abate Gregorio Diamare e i 10 monaci rimasti ne uscirono illesi.

In quell’occasione fu un oblato benedettino, il generale tedesco Frido Von Senger und Etterlin, a far mettere in salvo quasi tutto il patrimonio culturale custodito nell’Abbazia millenaria.

Nel prendere poi la parola, il Santo Padre, dopo aver riflettuto sul mistero dell’Ascensione del Signore, di cui oggi ricorre la memoria liturgica, ha richiamato l’insegnamento offerto dalla vicenda umana e spirituale di San Benedetto.

“Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui”, ha detto.

“Incarnando nella propria esistenza il Vangelo, è diventato iniziatore d’un vasto movimento di rinascita spirituale e culturale in Occidente”, ha continuato il Papa.

“Alla sua scuola – ha proseguito – i monasteri sono diventati, nel corso dei secoli, fervidi centri di dialogo, di incontro e di benefica fusione tra genti diverse, unificate dalla cultura evangelica della pace”.

“Grazie all’attività dei monasteri – ha poi evidenziato –, articolata nel triplice impegno quotidiano della preghiera, dello studio e del lavoro, interi popoli del continente europeo hanno conosciuto un autentico riscatto e un benefico sviluppo morale, spirituale e culturale, educandosi al senso della continuità con il passato, all’azione concreta per il bene comune, all’apertura verso Dio e la dimensione trascendente”.

Per questo il Papa ha espresso l’auspicio affinché “l’Europa sappia sempre valorizzare questo patrimonio di principi e di ideali cristiani che costituisce un’immensa ricchezza culturale e spirituale”.

“Ciò è possibile però – ha precisato –, soltanto se si accoglie il costante insegnamento di san Benedetto, ossia il ‘quaerere Deum’, cercare Dio, come fondamentale impegno dell’uomo”.

“L’essere umano non realizza appieno sé stesso, non può essere veramente felice senza Dio”, ha affermato.

Da qui l’incoraggiamento rivolto ai benedettini a “essere esempi viventi di questa interiore e profonda relazione con Lui, attuando senza compromessi il programma che il vostro Fondatore ha sintetizzato nel ‘nihil amori Christi praeponere’, ‘nulla anteporre all’amore di Cristo’”.

“In questo consiste la santità, proposta valida per ogni cristiano, più che mai nella nostra epoca, in cui si avverte la necessità di ancorare la vita e la storia a saldi riferimenti spirituali”, ha infine concluso.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione