Padre Lombardi: nell'uso dei media serve un'“interattività positiva”

Durante una conferenza nel seminario della Diocesi di Westminster

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LONDRA, mercoledì, 20 maggio 2009 (ZENIT.org).- Padre Federico Lombardi S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha esortato i comunicatori ad affrontare la sfida di usare Internet per promuovere la diffusione del messaggio evangelico nel mondo.

In un intervento pronunciato questo martedì, di fronte a un pubblico di professionisti della comunicazione, nella Allen Hall, il seminario della Diocesi di Westminster, e intitolato “’Benedetti dalla Rete? Una prospettiva romana ai problemi delle nuove comunicazioni”, il sacerdote ha richiamato l’invito di Benedetto XVI a rivolgersi alla “generazione digitale”.

“Una delle sfide più grandi che dobbiamo affrontare attualmente è quella dell’interattività, e direi piuttosto dell”interattività positiva’”, ha osservato nel suo discorso, in vista della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà domenica 24 maggio.

“Come possiamo affrontare questa sfida a tutti i livelli della vita della Chiesa?”, ha chiesto.

“Negli ultimi anni, Internet è stato per noi uno strumento importante che ha reso possibile la diffusione di contenuti a innumerevoli utenti di ogni genere”, ha riconosciuto. “Gli anni nella Sala Stampa mi hanno mostrato la necessità di cercare modi per stabilire un dialogo e uno scambio più organico e costruttivo tra gli organi di comunicazione della Santa Sede e il mondo attuale delle comunicazioni sociali”.

Il sacerdote si è detto consapevole delle grandi differenze nella comunicazione tra i vari Paesi del mondo: tra quelli sviluppati e quelli in via di sviluppo, ma anche all’interno degli stessi Paesi sviluppati.

“Dal punto di vista della Chiesa, lasciare quanti hanno meno possibilità ai margini non è un’opzione – ha affermato –. Per noi, i Paesi poveri e in via di sviluppo sono importanti tanto quanto quelli ricchi, se non di più. Per questo, non possiamo lasciare le tecnologie e le forme di comunicazione tradizionali al margine, perché sono ancora necessarie per una gran parte dell’umanità”.

Allo stesso modo, “non possiamo non essere attenti alla direzione in cui si stanno muovendo le comunicazioni, o non essere aggiornati sugli ultimi progressi del mondo delle comunicazioni”.

Padre Lombardi ha riconosciuto che ultimamente si sono intensificati la riflessione e il dibattito su come la Chiesa comunica sia all’interno che all’esterno.

“Non dico che tutto ciò che abbiamo fatto nelle comunicazioni vaticane sia perfetto”, ha ammesso, chiedendosi tuttavia se esiste “qualche altra grande istituzione o personalità che trovandosi costantemente sotto gli occhi di tutti non sia oggetto di frequenti critiche”.

“E’ un errore pensare che dovremmo evitare il dibattito – ha dichiarato –. Dobbiamo sempre cercare di condurre il dibattito in un modo che porti a una migliore comprensione della posizione della Chiesa – e non dobbiamo mai scoraggiarci”.

Il portavoce vaticano ha osservato che si è sempre cercato di “fare il miglior uso possibile degli strumenti a disposizione – gli strumenti di comunicazione ‘tradizionali’”, ma che ora ci si trova “in una nuova fase”.

A suo avviso, “nella realtà che sta emergendo la cosa più importante non è semplicemente la distribuzione dei contenuti, ma una sempre maggiore interattività”.

“E’ un settore estremamente complesso e difficile che richiede un enorme impegno di ogni tipo di risorse – ha continuato –. Poter ricevere commenti non è abbastanza: c’è bisogno di sviluppare una capacità strutturale per rispondere in modo chiaro e competente alle questioni che emergono – e ciò richiede forze, tempo e denaro”.

“Come possiamo promuovere correttamente la presenza del Papa nella vita della Chiesa – ovvero come possiamo usare questa tecnologia per far sentire questa presenza nelle Chiese locali di tutto il mondo senza contribuire alla creazione o alla crescita di una mentalità centralistica che è non solo inopportuna, ma anche in disaccordo con la giusta articolazione e l’autonomia della Chiesa locale?”, ha chiesto.

“Il piccolo passo che abbiamo compiuto con YouTube è solo l’inizio di un lungo viaggio, e i prossimi passi devono essere compiuti con fiducia, ma anche con prudenza”, ha osservato, ricordando il canale ufficiale che la Santa Sede ha recentemente inaugurato sulla piattaforma video più popolare al mondo (http://www.youtube.com/vatican).

“Siamo chiamati ad assicurare che la stampa, la radio e la televisione siano strumenti e vie per la santità – ha concluso –. Dovrò lavorare di più – tutti noi dovremo lavorare di più perché ogni giorno questo sia sempre più vero, per poter dire con sempre più convinzione: Internet è una vera benedizione!”.

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ZENIT Staff

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