di Antonio Gaspari
BOLOGNA, mercoledì, 20 maggio 2009 (ZENIT.org).- Nel corso dell’omelia della Messa celebrata nella cattedrale di Bologna domenica 17 maggio, in onore della Madonna di S. Luca, il Cardinale Carlo Caffarra ha spiegato che il volto di Dio è amore, lo stesso amore che spinge uomini e donne ad amare l’infermo.
Nel corso della Messa, organizzata dall’Ufficio Diocesano di pastorale Sanitaria, dall’Unitalsi e dal Centro Volontari della Sofferenza, l’Arcivescovo di Bologna ha sottolineato che la manifestazione più evidente del volto di Dio è l’amore che prova per l’umanità.
Secondo il porporato Dio si è rivelato mandando “il suo Figlio Unigenito nel mondo perché noi avessimo la vita per lui”. In questo modo “si è manifestato come Amore, perché Dio è amore. Questo è il Volto di Dio”.
Egli ha voluto che questa manifestazione di sé non fosse solo parola. Ha compiuto un fatto nel quale la manifestazione che Dio fa di se stesso come Amore, diventa “carne e sangue”.
Questo è il motivo per cui “in Gesù Dio manifesta il suo Amore per noi nel modo umano, a noi più comprensibile”.
Per illustrare l’amore di Dio per l’umanità, il Cardinale Caffarra ha ricordato la compassione che Gesù prova per gli infermi.
I Vangeli narrano che Gesù si commuove profondamente quando incrocia un corteo funebre che portava alla sepoltura il figlio di una vedova, e le dice: “Non piangere”. E’ Dio stesso che si prende cura dell’uomo infermo, che si commuove di fronte al pianto di una vedova. È in questo modo che “si è manifestato l’amore di Dio per noi”.
Per l’Arcivescovo di Bologna, Dio “ha mandato il suo Figlio vittima di espiazione per i nostri peccati” e la manifestazione che Dio fa di Se stesso “accade principalmente sulla Croce”, per questo motivo “guardando cogli occhi della fede Cristo crocefisso noi sappiamo chi è Dio, e possiamo veramente pensare e dire: Dio è Amore”.
Il Cardinale Caffarra ha rilevato che Gesù nel Vangelo spiega il suo comandamento: e cioè “che vi amiate gli uni gli altri come io vi ho amati”, e l’evangelista Giovanni ripete: “carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio”.
L’amore con cui dobbiamo amarci – ha sottolineato l’Arcivescovo – è “come l’amore con cui Gesù ha amato noi. Come dire che noi impariamo che cosa significa amare, e quale è la misura del vostro amore ricevendolo da Gesù stesso”.
Riferendosi ai tanti volontari che si pongono al servizio degli infermi, il porporato ha precisato: “siete chiamati a fargli sentire una vicinanza, un’affezione che è quella di Gesù: fargli sentire l’amore di Gesù”
Un amore di Dio che diventa la misura e la forma del nostro amore mediante l’Eucarestia.
“È l’Eucarestia – ha sottolineato il cardinale Caffarra – che dona all’uomo la capacità di misurare il suo amore sull’amore di Dio, poiché è mediante l’Eucarestia che noi entriamo nell’atto oblativo di Gesù”.
Riferendosi agli infermi li ha incoraggiati a non sentirsi mai soli, perchè dentro ad una comunità che nasce da Dio stesso.
In conclusione l’Arcivescovo di Bologna ha fatto riferimento a Maria: “è vicino a Lei che sentiamo il calore dell’amore di Dio per noi, ed Ella vi ha chiamato per ottenervi dal suo divin Figlio l’intima convinzione che Dio è amore”.