di Jesús Colina
ROMA, martedì, 19 maggio 2009 (ZENIT.org).- Il film “Angeli e Demoni”, nonostante gli incredibili errori basati sul romanzo di Dan Brown, mostra l’enorme interesse suscitato dalla Chiesa cattolica, sostiene un sacerdote che in passato ha curato uno dei blog più conosciuti sul “Codice Da Vinci”.
Padre John Wauck, della prelatura dell’Opus Dei, nato a Chicago, professore di letteratura e comunicazione della fede presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma, ha studiato storia della letteratura all’Università di Harvard.
In questa intervista rilasciata a ZENIT sottolinea un dato inconfutabile su questo interesse per la Chiesa: mai vi sono stati tanti pellegrini a Roma come in questi ultimi anni.
Non pensa che Dan Brown abbia una specie di fissazione per la Chiesa?
P. Wauck: Talvolta mi chiedo: dove sarebbe Dan Brown senza la Chiesa cattolica? Quasi tutti gli elementi interessanti dei suoi romanzi derivano dal loro contesto cattolico. Ovviamente le persone non sono attratte dai personaggi di scarso spessore e dal dialogo che lascia a desiderare. È per questo che l’effetto principale del “Codice Da Vinci” non è stato quello di un declino nella fede e nella pratica religiosa, ma un aumento piuttosto repentino del turismo a Roma … e al Louvre.
Dan Brown vende i suoi libri offrendo un “cocktail” di storia, arte, religione e mistero, e nel mondo di oggi sembra che esista un solo posto dove si possono trovare tutti questi elementi insieme: nella Chiesa cattolica romana. In effetti, lui riesce a lucrare sulla cultura della Chiesa.
Se ti affascinano la storia, la bellezza e i misteri sacri, è difficile non essere affascinati dalla Chiesa. Se ci si sposta dalla Piazza di San Pietro si ha, nell’arco di qualche centinaio di metri, una necropoli romana, un antico obelisco egiziano portato a Roma da Caligola, la tomba di San Pietro, il luogo del tentato omicidio contro il suo successore, Giovanni Paolo II, la volta della Cappella sistina e la Pietà di Michelangelo, le stanze di Raffaello, il colonnato del Bernini, la basilica più grande al mondo, e pellegrini provenienti da tutto il mondo. E tutto questo, non in un museo. È una realtà vivente che ci mette in contatto diretto con la storia di 20 secoli fa: dal mondo antico, ad oggi. Cosa potrebbe chiedere di meglio un narratore? È certamente difficile trovare qualcosa di simile nell’america suburbana dove vive la maggior parte dei suoi lettori.
Se Dan Brown sembra così affascinato dalla Chiesa cattolica, non è sicuramente il solo. Il numero dei pellegrini a Roma in questi giorni ha toccato le cifre più alte. Vengono a vedere Roma e ad ascoltare Papa Benedetto. Ma questo interesse non è mera curiosità. Nei giorni di Pasqua di quest’anno, negli Stati Uniti, più di 150.000 adulti sono entrati nella Chiesa.
Le sembra che la decisione del Vaticano di non consentire le riprese all’interno delle chiese di Roma sia stata corretta nei confronti dei produttori?
P. Wauck: Sono ormai 14 anni che vivo a Roma e non ho mai visto un film di Hollywood girato in una chiesa. Come regola generale, nessuna produzione commerciale – per quanto pia possa essere – ha il permesso di entrare nelle chiese di Roma. Neanche il film sui “Dieci Comandamenti” potrebbe essere girato in una chiesa romana! Coerentemente, nessuna eccezione è stata fatta per “Angeli e Demoni”, che è stato trattato esattamente come gli altri. Fine della storia. Qualsiasi cosa che vada al di là di questo è solo una montatura pubblicitaria.
“Angeli e Demoni” prefigura un’ostilità naturale tra la fede cristiana e la scienza moderna. Cosa ne pensa?
P. Wauck: Che gran parte delle arti del mondo occidentale – musica, pittura, scultura, letteratura, architettura – sia un prodotto della cultura cristiana, spesso ispirata dalla fede o persino finanziata dalla Chiesa, è un fatto assodato e piuttosto evidente. Ma che un discorso simile valga anche per le scienze è meno evidente e noto.
Ma basta rifletterci. Le università sono un’invenzione della Chiesa. Copernico era un sacerdote cattolico, che ha dedicato al Papa il suo libro sull’universo eliocentrico. Il calendario che usiamo oggi si chiama gregoriano perché è stato promulgato dal Papa Gregorio XIII ed elaborato dai migliori astronomi e matematici del tempo. Lo stesso Galileo è sempre rimasto cattolico e le sue due figlie si sono fatte suore. Uno dei più grandi astronomi italiani del XIX secolo era Angelo Secchi, un sacerdote gesuita. Il padre della moderna genetica, Gregor Mendel, era un monaco cattolico. Il creatore della teoria del “Big Bang” è stato il sacerdote belga Georges Lemaitre.
In sostanza, l’idea che vi sia qualche tensione naturale tra scienza e Chiesa, tra ragione e fede, non ha alcun senso. Oggi quando si sentono le parole “scienza” e “Chiesa”, si pensa immediatamente al processo contro Galileo nel XVII secolo. Ma nell’insieme, quel caso piuttosto complesso – che spesso viene distorto dai propagantisti anticattolici – fu una plateale eccezione. C’è un motivo per cui chi critica la Chiesa continua a tirarlo fuori: perché è l’unico caso di questo tipo. Così, quando sentiamo le parole “scienza” e “Chiesa”, dovremmo pensare a Copernico, Secchi, Mendel e Lamaitre. Questi sono casi rappresentativi, mentre il processo a Galileo non lo è.
Vi è qualche aspetto del libro che ha trovato interessante?
P. Wauck: Sì. C’è una scena in cui il protagonista – il professor Langdon dell’Università di Harvard, che nel romanzo rappresenta la voce del mondo scientifico – ad un certo punto si trova di fronte alla Basilica di San Pietro e fa delle riflessioni che sembrano una sorta di pubblicità per il Cattolicesimo; si fa fatica a non confonderle con quelle del Catechismo! Ecco il passaggio:
“Pietro è la pietra. La fede di Pietro era incrollabile, salda come la roccia su cui Dio avrebbe edificato la sua Chiesa. Pietro era stato crocifisso e sepolto proprio lì, sul colle Vaticano, e i primi cristiani avevano costruito un piccolo altare sulla sua tomba. Poi, con la diffusione del cristianesimo, l’altare era diventato sempre più grande, finché intorno ad esso era stata costruita la basilica. La Chiesa cattolica era quindi stata letteralmente edificata su Pietro, il primo apostolo. La pietra” (Angeli e Demoni, cap. 118).
Come pubblicità, non è certo come un cartellone gigante di Times Square, ma comunque non è male.
Non crede che con questa intervista stiamo pubblicizzando gratuitamente il film?
P. Wauck: Nel senso che: noi stiamo pubblicizzando chi pubblicizza noi? Forse è così. Ma considerando il tempo, l’energia e i milioni di dollari spesi per fare e pubblicizzare il film, credo che noi stiamo facendo un affare! Forse Dio si sta divertendo non poco a utilizzare Hollywood per attirare l’attenzione di molte persone sulle ricchezze della fede e della cultura cattoliche.
Detto questo, vorrei precisare che personalmente non ho alcuna intenzione di sprecare tempo e denaro per andare a vedere il film. Le recensioni del Codice Da Vinci – della stessa produzione – sono state sufficientemente caustiche da indurre chiunque a non andare a vedere neanche questo.