BETLEMME, mercoledì, 13 maggio 2009 (ZENIT.org).- “La Santa Sede desidera stabilire presto, in accordo con l’Autorità Palestinese, la Commissione Bilaterale di Lavoro Permanente che è stata delineata nell’Accordo di base, firmato in Vaticano il 15 febbraio 2000”.
Lo ha affermato Benedetto XVI questo mercoledì durante la cerimonia di congedo da Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, svoltasi nel pomeriggio nel Palazzo Presidenziale di Betlemme.
La visita al Campo di Rifugiati Aida, poco a nord di Betlemme, che ospita 5.000 rifugiati palestinesi musulmani e cristiani ed è situato a ridosso del muro di separazione costruito dagli israeliani, ha reso Benedetto XVI ancor più consapevole della necessità di favorire una pace giusta e duratura in Terra Santa.
“Vi assicuro che coglierò ogni opportunità per esortare coloro che sono coinvolti nei negoziati di pace a lavorare per una soluzione giusta che rispetti le legittime aspirazioni di entrambi, israeliani e palestinesi”, ha affermato.
“Come importante passo in questa direzione”, il Papa ha annunciato l’intenzione della Santa Sede di stabilire la Commissione Bilaterale di Lavoro Permanente, riferendosi all’art. 9 dell’Accordo di base tra la Santa Sede e l’Organizzazione di Liberazione della Palestina del 2000.
Il Pontefice ha confessato di aver provato “una profonda emozione” nel visitare i Territori palestinesi, ascoltando le testimonianze dei residenti che hanno parlato delle condizioni di vita nella West Bank e a Gaza.
“Assicuro tutti voi che vi porto nel mio cuore e bramo di vedere pace e riconciliazione in queste terre tormentate”, ha affermato nel suo discorso di congedo dal Presidente.
Questo mercoledì, ha ammesso Benedetto XVI, “è stato davvero uno dei giorni più memorabili, fin da quando sono arrivato a Betlemme questa mattina, ed ho avuto la gioia di celebrare la Messa con una grande moltitudine di fedeli nel luogo dove nacque Gesù Cristo, luce delle nazioni e speranza del mondo”.
“Ho visto la cura prestata ai bambini di oggi nel Caritas Baby Hospital – ha aggiunto –. Con angoscia, ho visto la situazione dei rifugiati che, come la Santa Famiglia, hanno dovuto abbandonare le loro case. Ed ho visto il muro che si introduce nei vostri territori, separando i vicini e dividendo le famiglie, circondare il vicino campo e nascondere molta parte di Betlemme”.
Il Papa ha sottolineato che “anche se i muri possono essere facilmente costruiti, noi tutti sappiamo che non durano per sempre. Essi possono essere abbattuti”.
Perché ciò accada, tuttavia, “è necessario rimuovere i muri che noi costruiamo attorno ai nostri cuori, le barriere che innalziamo contro il nostro prossimo”.
Per questo, ha lanciato “un rinnovato appello all’apertura e alla generosità di spirito, perché sia posta fine all’intolleranza ed all’esclusione”.
“Non importa quanto intrattabile e profondamente radicato possa apparire un conflitto – ha continuato –, ci sono sempre dei motivi per sperare che esso possa essere risolto, che gli sforzi pazienti e perseveranti di quelli che operano per la pace e la riconciliazione, alla fine portino frutto”.
Poco prima Benedetto XVI si era recato al Palazzo presidenziale per una visita di cortesia al Presidente Mahmoud Abbas, intrattenendosi con lui in colloquio privato.
Quello di questo mercoledì è stato il terzo incontro tra il Papa e Mahmoud Abbas. I due precedenti risalgono al 3 dicembre 2005 e al 24 aprile 2007.