Contro la crisi economica, occorre un rinnovato sistema di valori

Vertice annuale dei rappresentanti delle religioni con l’Unione Europea

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di Nieves San Martín

BRUXELLES, mercoledì, 13 maggio 2009 (ZENIT.org).- “La crisi economica attuale rivela una crisi spirituale e una falsa gerarchia di valori”. E’ l’analisi che monsignor Adrianus van Luyn, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE), ha comunicato ai presidenti della Commissione Europea e del Parlamento Europeo in occasione del vertice annuale dei rappresentanti delle religioni monoteiste con i presidenti delle istituzioni dell’Unione Europea (UE).

Invitati dal presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, circa venti rappresentanti delle religioni cristiana, ebraica e musulmana, provenienti da dodici Stati membri e dalla Russia, si sono riuniti a Bruxelles per scambiare opinioni sulla crisi economica e finanziaria e dare un contributo etico al dibattito sulla gestione economica europea e mondiale, secondo quanto rende noto la COMECE in un comunicato stampa.

Monsignor van Luyn ha sottolineato che la mancanza di responsabilità che ha portato alla crisi economica non dovrebbe essere attribuita solo ai banchieri e ai commercianti, ma anche a quei responsabili politici che hanno fatto promesse che andavano al di là degli impegni che volevano realmente mantenere, ad esempio gli Obiettivi del Millennio in materia di sviluppo.

Monsignor Reinhard Marx, Arcivescovo di Monaco e vicepresidente della COMECE, ha sottolineato il rischio della perdita di fiducia nell’economia di mercato liberale, soprattutto negli Stati membri dell’Europa centrale e orientale, dove sono molti coloro che negli ultimi vent’anni avevano riposto speranze in questo modello.

Da parte sua monsignor Diarmuid Martin, Arcivescovo di Dublino, ha fatto appello all’istituzione di caratteristiche etiche e giuridiche idonee che permettano all’economia di funzionare in modo efficace e di realizzare la propria funzione sociale. Per preparare una crescita rinnovata, secondo il presule è necessario concentrarsi sui più deboli della nostra società. “Se non riusciamo ad avviare politiche volte a valorizzare i talenti dei più vulnerabili, gli emarginati si troveranno, all’arrivo della recessione, ancora più emarginati e la società ancor più fragile”, ha avvertito.

Il Cardinale Miloslav Vlk, Arcivescovo di Praga, ha rivolto un appello a favore di un’educazione alla responsabilità che punti al bene comune e si diriga a tutti i livelli: agenti finanziari, famiglie, imprese, autorità pubbliche, società civile. Questa educazione alla responsabilità può trovare una solida base nei principi della Dottrina Sociale della Chiesa: il bene comune universale, la destinazione universale dei beni e la priorità del lavoro sul capitale.

Il presidente della Commissione Europea Barroso e il presidente del Parlamento Europeo Hans-Gert Pöttering si sono congratulati per questo incontro e per l’ampio scambio di punti di vista che ha permesso.

Hanno sottolineato che l’Unione Europea non è basata sul modello capitalistico, fondato sul materialismo, ma sul modello dell’economia sociale di mercato, che pone l’uomo al centro delle sue preoccupazioni. Hanno anche riconosciuto l’importanza fondamentale del dialogo tra l’UE e le religioni.

Questo dialogo, che dipende da cinque anni dalla buona volontà dei rappresentanti dell’UE, diventerà obbligatorio quando entrerà in vigore il Trattato di Lisbona, grazie all’articolo 17.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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