Legge 40: la sentenza della Corte viola principi di ragionevolezza e uguaglianza

Proteste del MpV e di Scienza & Vita

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ROMA, martedì, 12 maggio 2009 (ZENIT.org).- “Visto che la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge 40 viola principi di ragionevolezza e uguaglianza, ci muoveremo di conseguenza. Chiederemo ai parlamentari a noi vicini di riproporre la proposta di legge che modifica il Codice Civile stabilendo che la capacità giuridica si acquista dal concepimento, e non dalla nascita come è ora”.

Lo hanno annunciato Carlo Casini, presidente del Movimento per la Vita, e Maria Luisa Di Pietro, presidente di Scienza&Vita, in una conferenza stampa che si è tenuta questo martedì mattina al Senato.

“C’è un pesante silenzio nella sentenza sull’embrione e il diritto alla vita – spiega Casini -. La Consulta deve applicare la legge, a partire dalla Costituzione, dove c’è già la tutela del diritto alla vita dal concepimento. Visto che i giudici non lo vogliono vedere, allora modifichiamo la legge italiana dal Codice Civile”.

Dello stesso parere anche Maria Luisa Di Pietro, secondo la quale le “argomentazioni usate dalla Corte Costituzionale non hanno senso, visto che le complicanze da iperstimolazione ovarica in Italia sono la metà rispetto all’Europa, e questo grazie alla legge”.

Senza contare che a fronte di maggiori prelievi di ovociti “non è corrisposto un aumento delle stimolazioni, forse perché sono i medici a incitare le donne ad andare all’estero, diffondendo l’idea che la procreazione medicalmente assistita in Italia è più difficile”, ha aggiunto Casini.

Sul fronte parlamentare, la senatrice Laura Bianconi ha assicurato tutto il suo appoggio nel presentare questa proposta di legge: “Ripartiremo dal vecchio testo del MpV per modificarlo alla luce della sentenza – precisa -. Raccoglieremo firme in modo trasversale, e chiederemo al presidente della commissione Sanità del Senato di porre la proposta all’ordine del giorno. Lo stesso sarà fatto per la Camera”.

Secondo il presidente del MpV, “c’e’ bisogno che la società civile spinga verso questo cambiamento culturale e per farlo cercheremo di coinvolgere tutte le associazioni che hanno a cuore la difesa della vita in un lavoro di informazione”.

Nel frattempo, però, “in difesa della salute della donna e del concepito porteremo avanti obiettivi intermedi attraverso la vigilanza sull’applicazione corretta della legge 40, perché, ad esempio, non si producano più embrioni del necessario, come impone ancora la legge che ha cancellato il numero, ma non l’indicazione di produrre solo gli embrioni strettamente necessari”, ha continuato Casini.

“Chiederemo inoltre che vengano emanate linee guida che possano correttamente interpretare la legge 40, che seppure ‘ferita’ mantiene il suo impianto fondamentale”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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