GERUSALEMME, lunedì, 11 maggio 2009 (ZENIT.org).- Visitando questo lunedì pomeriggio il memoriale dello Yad Vashem di Gerusalemme, Benedetto XVI ha chiesto che non si neghi né si dimentichi mai il grido dei milioni di vittime dell’Olocausto.
Allo stesso tempo, ha chiesto di fare tutto il possibile perché una tragedia di questo tipo non si ripeta. Nel luogo che conserva le urne con le ceneri di alcune vittime della Shoah, il Santo Padre ha ascoltato con attenzione i terribili racconti di sei sopravvissuti all’Olocausto.
In un’atmosfera di raccoglimento, Benedetto XVI ha visitato la “Sala della Memoria”, dove sono scritti i nomi dei 22 campi di sterminio nazista, ha ravvivato la fiamma votiva e ha deposto una corona di fiori di colore bianco e giallo, i colori della Santa Sede.
“Possano i nomi di queste vittime non perire mai! Possano le loro sofferenze non essere mai negate, sminuite o dimenticate! E possa ogni persona di buona volontà vigilare per sradicare dal cuore dell’uomo qualsiasi cosa capace di portare a tragedie simili a questa!”, ha esclamato il Pontefice.
Il Papa ha affermato che la Chiesa cattolica “prova profonda compassione per le vittime qui ricordate” e ha ribadito l’impegno “a pregare e ad operare senza stancarsi per assicurare che l’odio non regni mai più nel cuore degli uomini”.
Le sue parole si sono fatte toccanti quando hanno ricordato le vicissitudini terrene delle vittime.
“Posso soltanto immaginare la gioiosa aspettativa dei loro genitori, mentre attendevano con ansia la nascita dei loro bambini. Quale nome daremo a questo figlio? Che ne sarà di lui o di lei? Chi avrebbe potuto immaginare che sarebbero stati condannati ad un così lacrimevole destino!”.
A queste riflessioni è seguito il silenzio: “un silenzio per ricordare, un silenzio per sperare”.
Alla cerimonia hanno partecipato il Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, il portavoce del Knesset, Reuven Rivlin, e il presidente del Consiglio di Yad Vashem, il rabbino Israel Meir Lau.
Prima della fine della visita, il Papa ha firmato il Libro d’Onore del Memoriale, accanto alla frase “Non sono esaurite le sue misericordie” (Dal Libro delle Lamentazioni 3, 22).
E’ stato il secondo discorso in Israele in cui il Papa ha condannato l’Olocausto, dopo l’intervento che ha pronunciato appena atterrato a Tel Aviv, in cui ha denunciato con forza anche i nuovi episodi di antisemitismo.