L’AQUILA, giovedì, 7 maggio 2009 (ZENIT.org).- A un mese dal sisma che ha colpito L’Aquila e il suo territorio, Caritas Italiana traccia in un comunicato stampa un primo bilancio del moto di solidarietà che ha unito agli abruzzesi, non solo tutti gli italiani, ma anche tante persone oltre i confini nazionali.
“In queste quattro settimane – ricorda il comunicato stampa – , sono state raccolte da Caritas Italiana offerte spontanee per circa 6 milioni di euro insieme ai 5 milioni di euro stanziati subito dalla Cei. A questi 11 milioni di euro, andranno poi aggiunte le offerte raccolte domenica 19 aprile in tutte le parrocchie durante la colletta nazionale”.
Tutte le somme, avverte la Caritas, saranno messe a disposizione “per gli interventi avviati e da avviare” e “in un’ottica di prossimità e di presenza continuativa e di lungo periodo “con la gente”, come è nello stile di Caritas”.
Il comunicato sottolinea l’aiuto giunto dal circuito internazionale: “Oltre 50 Caritas nazionali, dalla Polonia al Burkina Faso, dal Brasile a Sri Lanka e alla Somalia, hanno manifestato vicinanza alla sorte delle vittime e disponibilità a contribuire agli aiuti e alla ricostruzione”.
“Oggi – si legge – una delegazione di Caritas Germania è stata in visita ad Onna, uno dei paesi più colpiti dal sisma e luogo di una strage di civili inermi da parte di truppe naziste, mentre nei prossimi giorni è previsto l’arrivo di Caritas Svizzera”.
Mentre, “la scorsa domenica la Conferenza episcopale della Serbia-Montenegro ha lanciato una colletta nelle sue parrocchie per le popolazioni colpite dal sisma”.
“L’intervento della Chiesa italiana – spiega il comunicato – ha il suo perno nel Centro di coordinamento nazionale Caritas, aperto presso la parrocchia San Francesco d’Assisi del quartiere Pettino, attivato al fine di coordinare i primi aiuti giunti da tutta Italia”.
Le attività delle Caritas diocesane dell’Abruzzo-Molise, in questo mese, “sono andate dall’attivazione immediata di 4 magazzini (con alimenti, medicinali, prodotti per l’igiene, vestiti, lettini, sacchi a pelo, tende), all’assistenza materiale e morale alle famiglie accolte nelle tendopoli e negli alberghi della costa e al sostegno alla Caritas diocesana dell’Aquila, per riattivare le sue capacità di intervento, sia nell’emergenza, sia rispetto ai bisogni sociali vecchi e nuovi del territorio”.
Ad oggi: “sono più di 400 gli operatori e i volontari Caritas mobilitati”.
Dall’inizio dell’emergenza, inoltre: “sono stati distribuiti a più di 2.000 persone: beni alimentari (quasi 3 tonnellate tra pasta, sugo, scatolame), acqua (14 bancali), pannolini (4 bancali), coperte (3 bancali), vestiti (5 bancali), scarpe (4.000 paia). Caritas Italiana ha anche provveduto ad acquistare e distribuire alle parrocchie gazebo e tende comunitarie (100), sacchi a pelo (100), lettini (300)”.
Nella logica, già ricordata, di interventi di lungo respiro a sostegno della popolazione in difficoltà: “il Centro di coordinamento Caritas ha suddiviso il territorio colpito dal sisma in 9 zone omogenee, “affidate” alle Delegazioni regionali delle Caritas diocesane”.
I gemellaggi, alcuni dei quali già avviati, prevedono “la condivisione con le comunità locali, grazie all’invio di operatori e volontari che, per un lungo periodo svolgeranno opera di ascolto e assistenza delle persone terremotate, soprattutto delle fasce più fragili come anziani, malati, disabili, minori, migranti”.
Caritas Italiana, inoltre, ha stretto “un accordo con l’Azione Cattolica Italiana, per coordinare insieme l’impegno dei circa 1.600 volontari che si prevede si alterneranno nell’area del disastro. Intese e sinergie sono state sviluppate anche con le Acli e con la Pastorale giovanile e intensa è l’attività di coordinamento con le molteplici associazioni collegate alle realtà ecclesiali”.
Caritas Italiana, infine, conferma nel comunicato la disponibilità “a ricostruire scuole, centri di aggregazione delle comunità – cioè strutture polifunzionali per finalità sociali, assistenziali, pastorali e culturali -, la mensa e un dormitorio, e a realizzare opere di edilizia sociale e interventi per i bisogni delle fasce più vulnerabili”.