Solo la civiltà cristiana può salvare l’Europa e il liberalismo

Il Cardinale Carlo Caffarra commenta il libro del prof. Marcello Pera

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BOLOGNA, mercoledì, 6 maggio 2009 (ZENIT.org).- Nel corso della presentazione del libro del prof. Marcella Pera “Perchè dobbiamo dirci cristiani” (Mondatori), il Cardinale Carlo Caffarra ha spiegato che per impedire il crollo morale e civile dell’Europa bisogna ritrovare la fede in Cristo, e solo così anche la tradizione liberale sarà salvata.

Nella presentazione svoltasi martedì 5 maggio a Bologna, presso l’Istituto Veritatis Splendor, il porporato ha precisato che il libro di Pera risponde alla domanda su “come impedire che crolli la ‘casa’ – l’ethos direbbero i greci – che l’Occidente ha costruito come dimora degna dell’uomo?”.

“La dimora di cui sto parlando è il liberalismo, inteso e come dottrina antropologica e come dottrina etica e come dottrina politica”, ha precisato l’Arcivescovo di Bologna .

Seguendo il percorso del libro di Pera il porporato ha affermato che “la vera causa per cui la dimora che l’uomo europeo ha costruito per vivere una buona vita sta crollando, è che da essa è stato espulso il cristianesimo”.

Nel suo libro il prof. Pera sostiene che “l’espulsione del cristianesimo non è nella logica interna del liberalismo, ma una sua deviazione” ricordando che il liberalismo denota una visione dell’uomo che ruota attorno all’idea dei diritti naturali (o altrimenti chiamati ‘umani’, ‘fondamentali’, ‘essenziali’, ‘di base’).

Secondo questa dottrina tutti gli uomini sono liberi e uguali per natura e le loro libertà fondamentali sono antecedenti allo Stato e non coercibili dallo Stato, “dunque – ha commentato il Cardinale -, la caratteristica definitoria dell’antropologia liberale è l’affermazione del primato ontologico ed assiologico della singola persona umana, primato che prende corpo nell’ascrizione ad ogni uomo come tale di certe libertà-diritti fondamentali”.

Il prof. Pera afferma che esiste un legame “storico e concettuale fra liberalismo e cristianesimo”, e aver reciso questo legame ha portato il liberalismo dentro una crisi senza uscite, per questo motivo “ricostruire questo legame è ciò che oggi è richiesto se l’Europa non vuole dilapidare la sua identità propria”.

In questo contesto l’Arcivescovo di Bologna ha spiegato che non basta dirci “cristiani per cultura” precisando che “la vera identità di Gesù di Nazareth può essere riconosciuta solo mediante la fede, e la sua presenza nella storia avviene mediante la fede dei suoi discepoli”.

Anche se è ugualmente vero – ha aggiunto – che “la fede in Gesù genera uno stile ed una forma stabile di vita, un modo proprio di vivere l’esperienza umana nelle sue fondamentali dimensioni, un modo proprio di collocarsi nella realtà. In una parola: la fede nel rigoroso significato teologico genera una cultura”.

In particolare il Cardinale Caffarra ha spiegato che “è stata la Rivelazione cristiana a condurre l’uomo alla consapevolezza della sua dignità della persona. Dignità di persona che implica una presa di posizione quanto allo statuto ontologico della persona”.

“Dignità di persona – ha sottolineato – che implica un giudizio di valore circa la persona stessa: non esiste realtà che valga più che una persona”.

Ed ha poi aggiunto: “Che importa all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde se stesso?”.

L’Arcivescovo di Bologna ha infine concluso invitando i presenti a leggere il libro di Pera perchè “di questo cristianesimo ha bisogno il liberalismo; ha bisogno l’Europa; ha bisogno l’etica pubblica della società occidentale, se non vogliono perire”.

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ZENIT Staff

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