di Antonio Gaspari
ROMA, mercoledì, 6 maggio 2009 (ZENIT.org).- Anche e soprattutto nei momenti di crisi, la Chiesa italiana risponde sempre offrendo il proprio sostegno materiale e spirituale alle famiglie in difficoltà.
Nel corso di una conferenza stampa, svoltasi a Roma mercoledì 6 maggio, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ha annunciato una Colletta nazionale il cui ricavato alimenterà un fondo destinato a sostenere 30.000 famiglie con il “prestito della speranza”.
Domenica 31 maggio in tutte le parrocchie e le chiese d’Italia si cercherà di raccogliere 30 milioni di euro, che alimenteranno un fondo che, grazie alla collaborazione dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI), sarà moltiplicato per sei fino a 180 milioni di euro, e verrà messo a disposizione delle famiglie in difficoltà a causa della crisi economico-finanziaria.
Dopo aver sottolineato che “chi fa le spese della crisi finanziaria è quella parte della popolazione che non ha mai scialacquato e che già prima era in sofferenza per una cronica ristrettezza economica”, il Presidente della CEI ha sottolineato “il rischio dell’involuzione antropologica ed etica” conseguente alla crisi economica.
La crisi infatti tocca i singoli, le famiglie, le comunità. “Quel lavoro che già prima era precario – ha precisato il porporato -, ora lo è di più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza. E di fatto non poche famiglie sono già entrate in una fase critica con ripercussioni gravi sul fronte degli affitti, dei mutui, o dei debiti comunque contratti”.
Il Cardinale Bagnasco ha spiegato che la Chiesa e i Vescovi condividono la preoccupazioni della gente ed ha rilevato che “sarebbe un guaio ancora peggiore” se la crisi “seminasse panico e uccidesse la speranza”.
L’Arcivescovo di Genova ha ricordato le tante iniziative di solidarietà organizzate dalla Chiesa cattolica, quali i centri di ascolto, i fondi antiusura, le iniziative per le emergenze familiari (microcredito e simili), ed ha annunciato una mobilitazione straordinaria, unica in Europa e nel mondo con l’istituzione del Fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà.
Il primo obiettivo è quello di dare una risposta concreta a quelle famiglie monoreddito che abbiano perso l’unico reddito, con tre figli a carico oppure segnate da situazioni di grave malattia o disabilità.
“La scelta della famiglia – ha sottolineato il Presidente delle CEI – non è casuale, ma corrisponde ad una convinzione profonda che vede in essa non soltanto l’ammortizzatore sociale più efficiente, ma anche la trama relazionale più necessaria per un armonico sviluppo delle persone e dunque della società”.
Secondo il Cardinale Bagnasco la Colletta nazionale organizzata per domenica 31 maggio, giorno di Pentecoste “riveste un grande valore pedagogico” perché rappresenta un’azione che “educa in concreto alla solidarietà e alla condivisione, all’apertura del cuore e alla generosità”.
“Al di là dell’azione concreta, – ha affermato il porporato – la Colletta nazionale, è pure un gesto dal profondo sapore ecclesiale perché si ricollega ad una prassi antica, di cui il testimone più significativo è l’Apostolo Paolo che organizza la Colletta per i poveri di Gerusalemme”.
Per il Presidente della CEI, “ciò che colpisce è che l’Apostolo conferisce alla raccolta in denaro un valore anche cultuale, al punto da usare indifferentemente per questo momento di condivisione sia la parola colletta che quella di ‘servizio’, ‘benedizione’, ‘amore’. ‘grazia’, anzi ‘liturgia’ (2 Cor 9)”.
Il Cardinale Bagnasco ha concluso riportando le parole del Pontefice Benedetto XVI: “Amore per i poveri e liturgia divina vanno insieme, l’amore per i poveri è liturgia. I due orizzonti sono presenti in ogni liturgia celebrata e vissuta nella Chiesa, che per sua natura si oppone alla separazione tra il culto e la vita, tra la fede e le opere, tra la preghiera e la carità per i fratelli” (Udienza generale, 1 ottobre 2008).
Alla conferenza stampa ha partecipato anche il dottor Corrado Faissola, presidente dell’ABI, il quale ha precisato che il Fondo intende essere un segno e insieme uno strumento di speranza per attraversare la crisi e non soccombere ad essa, attraverso un contributo massimo di cinquecento euro mensili per un anno, per un totale di seimila euro.
Il contributo potrà essere prorogato per un secondo anno e per lo stesso importo, se permangono le condizioni di necessità iniziali. Saranno le Parrocchie insieme alle Caritas ad individuare e selezionare rigorosamente le famiglie in difficoltà per poi indirizzare alla Banca che potrà in tempi brevi concedere il prestito a ritmo mensile.
La restituzione avverrà quando ce ne saranno le condizioni e comunque non prima di uno o due anni, ed avrà la durata massima di cinque anni. Il tasso di interesse è commisurato al 50 per cento del livello medio attuale, equivalente a un taeg del 4,5%.
Rispondendo alle domande dei giornalisti il Cardinale Bagnasco ha spiegato che alla fine dei tre anni il fondo non sarà esaurito, verrà devoluto alle Caritas a sostegno delle attività di aiuto da loro svolte quotidianamente.