Il presidente Caritas chiede "un progetto per un mondo migliore"

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CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 6 maggio 2009 (ZENIT.org).- Il Cardinale Óscar Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, ha chiesto che il 2009 sia l’anno per “un progetto per un mondo migliore”.

Rivolgendosi agli ambasciatori presso la Santa Sede di una dozzina di Paesi europei nel quartier generale della Caritas, in Vaticano, il porporato ha parlato degli effetti della crisi economica, dei tagli agli aiuti esteri e dei cambiamenti climatici sulle popolazioni più povere.

I Paesi ricchi, ha osservato, stanno spendendo denaro per i salvataggi dai fallimenti e allo stesso tempo tagliano o non onorano l’impegno agli aiuti.

“Possiamo salutare il 2009 con una paralisi o come un’opportunità per un cambiamento”, ha affermato, come si legge in un comunicato inviato dalla Caritas a ZENIT.

Il Cardinal Rodríguez ha ricordato agli ambasciatori che se la crisi economica attuale persisterà potrebbero morire altri 200.000-400.000 bambini. Si pensa che milioni di persone sprofonderanno nella povertà nel 2009.

“La nostra paura è che la gente più povera, che ha beneficiato meno di decenni di crescita economica diseguale, paghi il prezzo più alto per questa follia”, ha confessato.

Per questo, ha chiesto ai Capi di Stato di mostrare un’autentica leadership e di convincere gli elettori che “sostenere i poveri non è una scelta solo dei tempi migliori, ma una responsabilità morale”.

Malgrado le campagne per incoraggiare i flussi di aiuti verso i Paesi poveri, dati recenti dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD) mostrano che gli aiuti sono al livello del 1993.

In questo contesto, il Cardinale ha sottolineato la necessità che sia i leader che i cittadini si assumano la responsabilità della crisi economica e climatica.

“Ciascuno di noi ha la responsabilità di promuovere e difendere il bene comune, e di spingere i nostri Governi a rendere conto delle loro azioni”, ha dichiarato.

Mentre la Chiesa celebra l’Anno Paolino, il porporato suggerisce che i leader dei Paesi più ricchi del mondo sperimentino il loro momento “sulla via di Damasco”.

“Ci dev’essere una conversione che allontani dal vecchio sistema della cieca avidità per arrivare a uno in cui i nostri occhi siano aperti alla giustizia e alla dignità per tutti”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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