CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 15 marzo 2009 (ZENIT.org).- Un seminario di Vescovi in rappresentanza di 82 Paesi del mondo si è concluso questo venerdì iniziando il processo di redazione di un documento della Santa Sede che aggiornerà la pastorale della Chiesa nel settore della comunicazione.
Si tratta della conclusione più importante dell’incontro, convocato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali sul tema “Nuove prospettive per la comunicazione ecclesiale”.
L’iniziativa, che ha ricevuto il sostegno del Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, nel suo intervento di chiusura, è avvenuta il giorno dopo l’ammissione da parte di Benedetto XVI – nella Lettera ai Vescovi del mondo per spiegare i motivi della remissione della scomunica a quattro Vescovi “lefebvriani” – che la Santa Sede deve comprendere la nuova importanza che ha assunto Internet.
Riferendosi allo scandalo che ha provocato il Vescovo Richard Williamson, che ha negato l’Olocausto in un’intervista rilasciata alla televisione svedese, il Papa scrive: “Mi è stato detto che seguire con attenzione le notizie raggiungibili mediante l’internet avrebbe dato la possibilità di venir tempestivamente a conoscenza del problema. Ne traggo la lezione che in futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a quella fonte di notizie”.
Il Cardinal Bertone ha riconosciuto di fronte ai Vescovi che un nuovo documento di orientamento pastorale per l’impegno comunicativo della Chiesa è necessario, perché l’ultimo testo con queste caratteristiche, “Aetatis novae“, è stato emanato dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali il 22 febbraio 1992.
“I diciassette anni trascorsi”, ha detto, “rappresentano una lunghissima parentesi per i ritmi di sviluppo e di crescita dei media; è il tempo in cui sono maturate una serie di piccole-grandi rivoluzioni che, come un flusso continuo, hanno radicalmente trasformato, se non stravolto, il panorama preesistente”.
Il porporato ha ricordato che nel messaggio finale del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio si sottolinea che “la voce della Parola divina deve risuonare anche attraverso la radio, le arterie informatiche di internet, i canali della diffusione virtuale on-line, i Cd, i Dvd, gli podcast e così via; deve apparire sugli schermi televisivi e cinematografici, sulla stampa, negli eventi culturali e sociali”.
Nell’ultima sessione del seminario, i gruppi di lavoro dei Vescovi hanno presentato proposte per la redazione della bozza del futuro documento.
L’Arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero per le Comunicazioni Sociali, ha rivelato ai Vescovi che il Consiglio inizierà ora l’analisi di queste proposte per presentare una prima redazione nella seconda metà di ottobre ai membri (Cardinali, Vescovi…) e consultori dell’organismo vaticano riuniti in assemblea plenaria.
Monsignor Paul Tighe, segretario del dicastero, ha rivelato che si tratterà di un “documento vivo, adatto all’oggi ma con lo sguardo già rivolto al futuro”.
Sia i Vescovi che i rappresentanti del Consiglio ritengono che il documento debba contare sul contributo dei giovani, i “nativi digitali”, cioè coloro che sono già stati educati con le nuove tecnologie della comunicazione.
Per questo motivo, al seminario di Vescovi hanno partecipato alcuni giovani che stanno conseguendo il dottorato in comunicazione nelle università pontificie di Roma.