KÖNIGSTEIN, domenica, 22 marzo 2009 (ZENIT.org).- La coraggiosa iniziativa di creare un'università cattolica in Sudan ha superato il momento iniziale più delicato e ora si appresta ad avere un grande successo, confessa l'uomo alla guida di questo pioneristico progetto.

Su uno sfondo di devastazione causato da quasi 25 anni di guerra nel sud del Paese, l'Università Cattolica del Sudan è un elemento chiave dei progetti episcopali di aiutare la Nazione a riprendersi da decenni di violenza, carestia e sfollamenti di massa.

Un comunicato dell'associazione caritativa Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ricevuto da ZENIT rivela che a più di 50 anni dalla sua ideazione il progetto è stato finalmente realizzato, accogliendo nel settembre scorso i primi studenti in quello che deve essere il campus principale a Juba, nella capitale del sud del Paese.

P. Michael Schultheis, vicecancelliere dell'Università, ha affermato in un'intervista ad ACS che grazie alla raccolta fondi che si sta attuando, alla cooperazione con altre università del Sudan e al sostegno delle autorità regionali il progetto si sta sviluppando secondo i piani.

Il sacerdote, un gesuita degli Stati Uniti che lavora da trent'anni nel settore dell'istruzione in Africa, ha affermato che “è raro che ci sia un momento ideale per avviare un progetto come questo – soprattutto in Sudan”, ma che l'intenzione “era quella intanto di iniziare”.

“Siamo molto incoraggiati dal modo in cui le cose si sono sviluppate fin dai primi giorni – ha confessato –. Ciò che abbiamo riscontrato negli studenti è che c'è un grande desiderio di studiare e imparare”.

Visto che il sud del Sudan ha uno de tassi di alfabetizzazione più bassi del mondo, al di sotto del 30%, p. Schultheis ha spiegato che per la maggior parte delle persone gli studi universitari sono molto impegnativi.

A questo proposito, ha sottolineato l'importanza di un corso introduttivo (propedeutico), che in questo momento viene seguito dai 35 studenti che hanno iniziato i corsi a settembre.

Il gesuita ha aggiunto che l'iniziativa sarebbe stata impossibile senza il sostegno iniziale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che ha donato 40.000 euro ed è stata una delle prime organizzazioni a finanziare il progetto.

“Siamo tutti molto grati ad ACS per ciò che ha fatto – ha confessato p. Schultheis –. Per gli studenti è una splendida opportunità formarsi e studiare a un livello che fino a questo momento era loro precluso”.

Il sacerdote ha anche sottolineato che finora c'erano solo tre università nel sud del Sudan e ha osservato che per i Vescovi la priorità è aiutare le persone nella ricostruzione di infrastrutture e servizi.

La Facoltà di Juba, ha aggiunto, prevede lauree in economia e business administration, informatica e studi religiosi e sociali.

Gli organizzatori progettano di aprire un secondo campus nella città di Wau, sempre nel sud del Paese. La struttura, prevista per agosto, sarà un centro per lo studio delle scienze agricole e ambientali.

Nell'arco di un anno, si pensa inoltre di aprire una terza Facoltà di ingegneria civile e mineraria. Inizierà la sua attività a Wau, ma poi si trasferirà più a nord, a Kadugli o a Malakal.