Il Cardinale Biffi inviato speciale del Papa al IX centenario di Sant'Anselmo

Le celebrazioni si terranno ad Aosta dal 19 al 26 aprile 2009

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 22 febbraio 2009 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha nominato il Cardinale Giacomo Biffi, Arcivescovo emerito di Bologna, suo inviato speciale alle celebrazioni per il IX centenario della morte di Sant’Anselmo, che si terranno ad Aosta dal 19 al 26 aprile prossimi.

Sant’Anselmo nacque verso il 1033 da genitori nobili e agiati. Ebbe un travagliato rapporto con la famiglia, che lo inviò da un parente per essere educato. Solo con i benedettini di Aosta, tuttavia, Anselmo trovò il suo posto, sentendo a quindici anni il desiderio di farsi monaco.

Contrastato dai genitori, decise di andarsene. Dopo tre anni tra la Borgogna e la Francia centrale, si recò ad Avranches, in Normandia, dove si trovava l’abbazia di Notre-Dame du Bec con la scuola, fondata nel 1034. Qui conobbe il priore Lanfranco di Pavia, che ne curò il percorso di studio.

Nel 1060 Anselmo entrò nel seminario benedettino del Bec, di cui diventerà priore. Qui avvierà la sua attività di ricerca teologica, che lo porterà ad essere annoverato tra i maggiori teologi dell’Occidente. Nel 1076 pubblicò il “Monologion”.

La fama di Anselmo si diffuse in tutta l’Europa. Era talmente venerato e amato in Inghilterra che il 6 marzo 1093, in seguito alle pressioni dei Vescovi, dei signori e di tutto il popolo, fu eletto dal re Guglielmo II il Rosso Arcivescovo di Canterbury, sede ormai vacante dalla morte di Lanfranco, avvenuta nel 1089.

La sua resistenza fu tenace ma inutile, e in riferimento alle difficoltà d’intesa tra il re e il primate affermò con i Vescovi e i nobili che l’accompagnavano: “Voi volete soggiogare insieme un toro non domo e una povera pecora. Il toro trascinerà la pecora tra i rovi e la farà a pezzi senza che sia servita a nulla. La vostra gioia si muterà in tristezza. Vedrete la chiesa di Canterbury ricadere nella vedovanza vivente il suo pastore. Nessuno di voi oserà resistere dopo di me e il re vi calpesterà a piacimento”.

La situazione della Chiesa inglese era effettivamente molto triste in quel periodo a causa della simonia, della decadenza dei costumi e della violazione della libertà religiosa da parte del re.

Sant’Anselmo tentò di rimediare a tutto ciò, sulla scia della riforma adottata da San Gregorio VII. Non destò quindi meraviglia che nel 1095 sia scoppiato tra l’autorità secolare e quella religiosa un aspro conflitto circa il riconoscimento del Pontefice Urbano II.

A causa di dissapori con il potere politico fu costretto all’esilio a Roma due volte. Morì a Canterbury nel 1109.

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ZENIT Staff

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