In Vietnam bulldozer contro le proprietà cattoliche

Il complesso della ex Nunziatura a rischio di abbattimento

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HANOI, venerdì, 19 settembre 2008 (ZENIT.org).- Centinaia di cattolici si sono riuniti questo venerdì nel centro di Hanoi (Vietnam) cantando e pregando dopo che il Governo ha inviato polizia e bulldozer per trasformare la zona su cui sorge l’ex Nunziatura, accanto alla Cattedrale di St. Joseph, in un parco pubblico.

“Alle 4 del mattino, circa 200 poliziotti e due bulldozer sono apparsi sul luogo”, ha detto padre Nguyen Van Khai, sacerdote della vicina parrocchia di Thai Há, l’altra proprietà, oltre alla ex Nunziatura, ad essere disputata tra la Chiesa cattolica e il Governo di Hanoi. “Alle 4.30 hanno abbattuto il muro e altre strutture. Stanno bloccando l’intero vicinato. Non possiamo uscire”.

I sacerdoti della Cattedrale hanno suonato le campane per chiedere aiuto. I fedeli sono accorsi sul luogo per protestare, e una donna e un presbitero, che avevano forzato il blocco dei militari per cercare di fermare i lavori, sono stati arrestati.

Nguyen Thinh Thanh, responsabile del segretariato del Comitato Popolare (amministrazione comunale) di Hanoi, ha affermato che sul luogo si intende “costruire una biblioteca e un parco per servire tutta la comunità”. “Non dovevamo chiedere il permesso alla parrocchia perché la terra appartiene allo Stato”, ha dichiarato.

Thanh sostiene anche che la parrocchia fosse stata avvertita dei lavori che stavano per iniziare, ma i sacerdoti affermano di non aver ricevuto alcuna notifica.

Di fronte a questa situazione, padre Khai ha affermato: “Stiamo combattendo per la pace e la giustizia. Siamo pronti a morire”.

Nel dicembre scorso, l’Arcivescovo di Hanoi, monsignor Ngô Qiang Kiet, ha guidato centinaia di parrocchiani in una veglia che si è poi protratta per mesi. I fedeli hanno costruito una cappella per la Madonna e si sono accampati lì ogni notte, chiedendo la restituzione del terreno alla Chiesa.

I cristiani sono ultimamente bersaglio di numerosi attacchi a Hanoi (cfr. ZENIT, 3 settembre 2008). Tra questi, figura la distruzione dell’altare di Thai Há, dove i sacerdoti redentoristi celebrano la Messa per i manifestanti.

Secondo i membri di questa Congregazione, almeno un manifestante è stato arrestato. I sacerdoti hanno anche confessato che il Comitato Popolare di Hanoi li ha “invitati” a parlare della questione, ma il tutto si è rivelato un’occasione per prendersi gioco di loro.

Nel corso dell’incontro, infatti, sostengono di aver ricevuto dal Comitato 4 documenti che dovevano essere la prova per sostenere la teoria statale per cui p. Vu Ngoc Bich aveva donato quel terreno. Due testi, tuttavia, affermavano che p. Vu lo aveva donato il 24 ottobre 1961, un altro parlava del 24 novembre 1961 e il quarto del 30 gennaio dello stesso anno.

I documenti, tra l’altro, mostravano caratteri in fonte Unicode che non poteva essere disponibile nel 1961, visto che a quell’epoca i computer non esistevano.

Secondo quanto ha affermato questo venerdì il quotidiano del Partito comunista, Nhan Dan, il vicecapo del Comitato Popolare, Vu Hong Khanh, avrebbe incontrato una rappresentanza della parrocchia di Thai Há parlando delle richieste di restituzione del terreno, proprietà dei Redentoristi fin dal 1928 e nazionalizzato “per utilità pubblica”, ricorda “AsiaNews”.

L’esponente comunista ha tuttavia osservato che “lo Stato” fin dal 1961 ha concesso il terreno ad una ditta di abbigliamento, la Chien Thang Garment Joint Stock Company, che ha iniziato i lavori all’inizio del 2008 provocando le manifestazioni dei parrocchiani.

“Perché siano esaminate necessità e petizioni della parrocchia”, si legge sul quotidiano, il Comitato Popolare chiede la rimozione delle croci e degli altri simboli religiosi posti sul terreno in questione e la sua restituzione alle autorità del distretto di Dong Da perché possano “procedere alla formulazione di un progetto di costruzione di pubblica utilità”.

La crisi attuale si è scatenata ad appena tre mesi dalla visita in Vietnam di una delegazione vaticana guidata da monsignor Pietro Parolin, sottosegretario per i rapporti con gli Stati, che sembrava aprire spiragli per un rapporto più positivo tra le due entità (cfr. ZENIT, 17 giugno 2008).

In quell’occasione si è parlato anche di rendere “al più presto” operativo il Gruppo di lavoro incaricato di definire tempi e modalità della normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Santa Sede e Vietnam ed anche di “graduale restituzione all’uso ecclesiastico delle proprietà a suo tempo nazionalizzate”.

Il Vietnam ha circa 85 milioni abitanti, 7 dei quali cattolici.

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ZENIT Staff

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