CASTEL GANDOLFO, domenica, 28 settembre 2008 (ZENIT.org).- Di fronte ai cambiamenti climatici che minacciano sempre più il nostro pianeta, il Cardinale Renato Raffaele Martino ha chiesto di sviluppare “una cultura del turismo responsabile” che permetta di preservare le risorse naturali.

Il porporato ha rivolto il suo appello nell'indirizzo di omaggio a Benedetto XVI pronunciato durante l'udienza concessa questo sabato per la ricorrenza della Giornata Mondiale del Turismo.

Il Cardinale, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, è stato accompagnato da monsignor Agostino Marchetto, Arcivescovo segretario del dicastero, e da 600 rappresentanti del Centro Turistico Giovanile (CTG) e dell’Ufficio Internazionale del Turismo Sociale (BITS).

La Giornata Mondiale del Turismo, che si celebra il 27 settembre, è giunta quest'anno alla sua 29ma edizione, essendo stata indetta per la prima volta nel 1980 dall’Organizzazione Mondiale del Turismo.

Il tema di quest'anno, “Il turismo affronta la sfida del cambiamento climatico”, “fa riferimento a una delle grandi questioni del nostro tempo, quella del cambiamento climatico, cioè della salute del pianeta terra, minata dalle eccessive emissioni di gas nocivi nell’atmosfera”, ha spiegato il Cardinal Martino.

Da questo punto di vista, ha sottolineato, il turismo “è uno dei fattori che contribuiscono al surriscaldamento del globo, per l’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto e dalle strutture di accoglienza, e per l’uso smodato delle risorse naturali, con sfruttamento anche dell’uomo”.

Ricollegandosi alle parole che il Papa ha pronunciato durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney sulla responsabilità dell’essere umano nei confronti della creazione, quando ha denunciato le “ferite che segnano la superficie della terra” come “l’erosione, la deforestazione, lo sperpero delle risorse minerali e marine per alimentare un insaziabile consumismo”, il porporato ha chiesto al mondo del turismo di “combattere l’egoismo, che può portare ad un consumismo esasperato”.

Allo stesso modo, ha invitato “ad essere turisti consapevoli e responsabili delle proprie azioni, chiedendo a tutti di adottare uno stile di vita che non porti discapito alla natura, in una logica 'ecologica' che faccia percepire il senso del limite”.

“Desideriamo, pertanto, adoperarci, con l’esempio e la testimonianza, a sviluppare una cultura del turismo responsabile, rispettoso del creato che è il primo dono dato da Dio all’uomo perché lo coltivasse e lo custodisse, anche per le generazioni future”, ha affermato.

Per raggiungere questo obiettivo, ha suggerito di “optare per una austerità gioiosa, dove l’equilibrio porti a definire le priorità e ad agire di conseguenza”.

Questa richiesta, ha osservato, può rivelarsi “di grande portata” se si pensa che nel mondo solo i turisti internazionali sono più di 900 milioni.