CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 4 settembre 2008 (ZENIT.org).- Per vincere la violenza di cui sono vittime in queste settimane i cristiani in India, c'è bisogno di autentici discepoli di Cristo, ha affermato suor Mary Nirmala Joshi, superiora generale delle Missionarie della Carità.

La religiosa, che è succeduta a Madre Teresa di Calcutta nella guida della congregazione, ha spiegato a “L'Osservatore Romano” che “la testimonianza cristiana necessaria in India oggi consiste nell'essere discepoli autentici di Cristo nell'amore per la persona di Cristo e nel vivere pienamente l'insegnamento che ci ha lasciato nel discorso della montagna”.

Lo scorso 28 agosto, suor Nirmala ha indirizzato al popolo dell'Orissa e di tutta l'India un messaggio in cui ha ricordato che “non bisogna usare la religione per dividerci e che la violenza in nome della religione è un abuso della religione stessa”.

“Come ripeteva madre Teresa: 'La religione è un'opera di amore. Non è fatta per distruggere la pace e l'unità'”, ha osservato.

“In nome della nostra nazione e della nostra nobile eredità, in nome dei poveri, dei bambini e di tutti i nostri fratelli e sorelle vittime di questa insensata violenza e distruzione: preghiamo, apriamoci alla luce e all'amore di Dio; deponiamo le armi dell'odio e della violenza e indossiamo l'armatura dell'amore; perdoniamoci gli uni gli altri per il male che ci siamo fatti”, ha proposto.

“Domandiamo a madre Teresa di pregare perché possiamo divenire strumenti di Dio e della sua pace, costruttori della civiltà dell'amore”.

In occasione della festa liturgica della beata Teresa di Calcutta, il 5 settembre, anniversario della sua morte, suor Nirmala esprime “profonda gratitudine a Dio per il dono della sua vita di santità e della sua missione mondiale di amore per i più poveri fra i poveri, i meno amati, i meno desiderati, i più dimenticati tra i figli di Dio, a prescindere dalla casta, dal credo, dalla nazionalità o dalla cultura”.

Questo ringraziamento, osserva, si esprime “con la preghiera, con il sacrificio e con umili servizi d'amore verso i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono nel bisogno”, ma anche “rinnovando il nostro desiderio di santità e la determinazione a divenire santi, ispirati dal suo esempio”.

Allo stesso modo, si ricorda la beata “come potente strumento di intercessione in cielo, donataci da Dio, implorando la sua intercessione potente ed efficace per la pace e l'armonia fra tutti nell'Orissa e in tutte le aree tormentate del mondo, e per le necessità di quanti soffrono”.

In questi giorni si stanno svolgendo a Calcutta, sulla tomba della beata, Messe precedute dalla recita del rosario, a cui partecipano parrocchie di Calcutta e delle zone vicine, le suore e i Fratelli Missionari della Carità, i malati e i bambini delle loro case e anche “persone non cattoliche appartenenti a tutte le religioni” che “vengono a rendere omaggio, pregando, offrendo fiori e candele e implorando l'intercessione della Madre per le loro necessità e per quelle del Paese e del mondo”.

“È previsto anche un incontro di preghiera tra le religioni”, ha ricordato.

Il grande amore che tutti nutrono per Madre Teresa deriva dal fatto che “ha insegnato con le parole e con l'esempio che qualunque cosa facciamo all'ultimo dei nostri fratelli la facciamo a Dio stesso”.

“Gli abitanti dell'India sono molto orgogliosi della Madre – ha sottolineato suor Nirmala –. In lei hanno trovato qualcuno che davvero si preoccupa di loro. La sua vita è per loro fonte d'ispirazione. Nel suo nome tutti i cuori e tutte le porte si aprono”.

Gli Indiani, ha affermato, “in lei vedono un'India autentica” e “l'incarnazione di Dio stesso”.

Messico: 1.555 coppie per accogliere i bambini di chi vuole abortire

ROMA/CITTA’ DEL MESSICO, giovedì, 4 settembre 2008 (ZENIT.org).- Dopo la risoluzione della Suprema Corte di Giustizia del Messico che depenalizza l’aborto fino alla 12ª settimana di gestazione, 1.555 coppie e 53 centri di aiuto alla donna hanno dichiarato la propria disponibilità ad accogliere i bambini delle madri che pensano di abortire.

L’iniziativa, lanciata da quando è stato depenalizzato l’aborto nel Distretto Federale, ha avuto ancora più eco dopo l’annuncio della controversa decisione.

Le coppie e i centri hanno risposto in questo modo all’appello del Cardinale Norberto Rivera Carrera, Arcivescovo primate di Città del Messico, “ad accogliere e aiutare i bambini delle donne che sono tentate di abortire perché non hanno risorse materiali o psicologiche per mantenerli ed educarli”, ha spiegato a ZENIT Lucrecia Rego de Planas, una delle promotrici dell’iniziativa.

“Con questa generosa risposta all’appello, il Cardinale pone fine alle argomentazioni usate dai legislatori messicani per far sembrare un aborto qualcosa di necessario, perché queste istituzioni e queste coppie aspettano tutte le donne che chiederanno il loro aiuto per accogliere, aiutare e ospitare nelle proprie case e nelle proprie famiglie i bambini che portano in grembo”, aggiunge la promotrice.

“Promettono non solo il mantenimento del bambino, ma anche la sua istruzione e l’affetto di una famiglia”.

La consistente risposta ha avuto luogo grazie alle reti sociali e alle nuove tecnologie, in particolare il portale Internet catholic.net.

La lista con i nomi delle istituzioni e delle coppie interessate ad accogliere i bambini è pubblicata apertamente su http://nolomates.catholic.net, che dà la possibilità di registrarsi alle donne che desiderano essere aiutate.