Come rendere cristiani e musulmani “partner attivi” in Europa

Programmata a ottobre una conferenza a Malines/Bruxelles

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ESZTERGOM, lunedì, 21 aprile 2008 (ZENIT.org).- Rendere cristiani e musulmani “partner attivi” in Europa è l’obiettivo della Conferenza cristiano-musulmana europea che si terrà a Malines/Bruxelles (Belgio) dal 20 al 23 ottobre 2008.

Il tema della convocazione è infatti “Essere cittadini europei e credenti. Cristiani e musulmani come partners attivi nelle società europee”.

Un passo importante per la preparazione dell’evento è stato l’incontro della Commissione delle confessioni cristiane del Vecchio Continente per le Relazioni con i Musulmani in Europa (CRME), svoltosi dal 17 al 20 aprile a Esztergom (Ungheria).

In questa occasione, ai membri del CRME – comitato ecumenico istituito nel 1986 dalla Conferenza delle Chiese Europee (KEK) e dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) per informare e sostenere le Chiese in Europa nel loro incontro con l’islam e intensificare le relazioni con i musulmani – si sono uniti alcuni musulmani per predisporre il programma dell’evento di ottobre.

La Conferenza, spiega il comunicato finale dell’incontro del CRME, “si aprirà con la presentazione della prospettiva cristiana e di quella musulmana sul tema”.

In seguito, i partecipanti lavoreranno in forma seminariale sui seguenti quattro temi: “Il ruolo delle religioni nella società secolare”; “La religione tra istituzione e fede personale”; “Come i cristiani e i musulmani si vedono gli uni gli altri? Come promuovere il rispetto e la comprensione reciproca attraverso l’educazione?”; “Costruire ponti. Quali le sfide davanti a cui si trovano le nostre comunità?”.

Il Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del CCEE, ha augurato nel suo intervento nel corso dell’incontro un approfondimento delle relazioni di collaborazione tra i credenti cristiani e musulmani in Europa, basato principalmente sul dialogo.

Una recente inchiesta sociologica, ricorda il comunicato, “ha mostrato che le persone che vivono seriamente una religione hanno un alto livello di tolleranza e di capacità dialogica”.

“In alcuni Paesi dell’Europa centro-orientale – aggiunge – si vivono esperienze di convivenza tra cristiani e musulmani che possono essere un contributo significativo anche per i Paesi occidentali”.

Nell’incontro di Esztergom sono stati anche discussi due documenti in fase di elaborazione: il primo sui fenomeni di violenza dove l’aspetto religioso è stato coinvolto; il secondo sulla formazione del clero e degli operatori pastorali, sulle conseguenze della presenza musulmana sulla vita della chiesa in Europa. I due testi saranno pronti all’inizio del 2009.

Allo stesso modo, i membri del CRME e gli ospiti musulmani hanno discusso sulla Lettera Aperta di 138 Guide Religiose Musulmane indirizzata ai responsabili delle Chiese e confessioni cristiane del 13 ottobre 2007.

Il testo, che “esprime una volontà di un dialogo sulla base spirituale-sacra, libero da condizionamenti politici e ideologici”, ha suscitato grande interesse, e sono numerose le risposte inviate o in fase di preparazione.

Nel corso dell’incontro di Esztergom, conclude il comunicato, si è parlato anche della Charta dei Musulmani in Europa firmata lo scorso 10 gennaio da 400 associazioni e organizzazioni musulmane in Europa.

La Conferenza delle Chiese Europee (KEK) è una comunione di 125 Chiese ortodosse, protestanti, anglicane e veterocattoliche di tutti i Paesi europei e di 40 organizzazioni associate.

Al Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) partecipano come membri le attuali 33 Conferenze Episcopali del continente, rappresentate di diritto dai loro presidenti, gli Arcivescovi di Lussemburgo e del Principato di Monaco e il Vescovo di Chisinau (Moldavia).

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ZENIT Staff

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