Benedetto XVI: la speranza cristiana, necessaria per il mondo

45.000 persone accorrono per ascoltare il Papa al Nationals Stadium

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WASHINGTON, D.C., giovedì, 17 aprile 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha affermato che il mondo è a un crocevia tra le grandi promesse per il futuro e il crollo delle basi della società, e in questo contesto i cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della speranza che li anima.

Lo ha dichiarato questo giovedì alle 45.000 persone riunite nel Nationals Stadium della capitale statunitense per assistere alla Messa. 

“Prima di tutto, ringrazio Iddio per la grazia di essere in mezzo a voi”, ha detto il Santo Padre all’inizio della sua omelia.

Ricordando il 200° anniversario della prima Diocesi degli Stati Uniti, Baltimora, il Pontefice ha aggiunto che “la Chiesa in America con buona ragione può lodare la capacità delle generazioni passate di congiungere gruppi di immigranti molto diversi nell’unità della fede cattolica ed in un comune impegno per la diffusione del Vangelo”. 

“Ora la Chiesa negli Stati Uniti è chiamata a guardare verso il futuro, saldamente radicata nella fede trasmessa dalle generazioni precedenti e pronta ad affrontare nuove sfide – sfide non meno esigenti di quelle affrontate dai vostri antenati – con la speranza che nasce dall’amore di Dio riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo”, ha aggiunto.

Il Pontefice ha quindi auspicato che “questo anniversario significativo nella vita della Chiesa negli Stati Uniti e la presenza del Successore di Pietro in mezzo a voi siano per tutti i cattolici un’occasione per riaffermare la loro unità nella fede apostolica, per offrire ai loro contemporanei una ragione convincente della speranza che li ispira e per essere rinnovati nello zelo missionario a servizio dell’espansione del Regno di Dio”.

“Il mondo ha bisogno della testimonianza!”, ha esclamato.

“Chi può negare che il momento presente costituisca una svolta non solo per la Chiesa in America, ma anche per la società nel suo insieme?”, ha chiesto. 

Secondo il Papa, quello che stiamo vivendo è “un tempo pieno di grandi promesse, poiché vediamo la famiglia umana in vari modi avvicinarsi di più diventando sempre più interdipendente. Allo stesso tempo, tuttavia, vediamo segni evidenti di un crollo preoccupante negli stessi fondamenti della società: segni di alienazione, rabbia e contrapposizione in molti nostri contemporanei; crescente violenza, indebolimento del senso morale, involgarimento nelle relazioni sociali e accresciuta dimenticanza di Dio”.

“Anche la Chiesa vede segni di immense promesse nelle tante sue parrocchie solide e nei movimenti vivaci, nell’entusiasmo per la fede dimostrato da tanti giovani, nel numero di coloro che ogni anno abbracciano la fede cattolica e in un interesse sempre più grande per la preghiera e per la catechesi”, ha riconosciuto. 

Allo stesso modo, “percepisce, in modo spesso doloroso, la presenza di divisione e polarizzazione al suo interno, e fa pure la sconcertante scoperta che tanti battezzati, invece di agire come lievito spirituale nel mondo, sono inclini ad abbracciare atteggiamenti contrari alla verità del Vangelo”.

Speranza 

Benedetto XVI ha definito gli Americani il “popolo della speranza”. In questo contesto, ha nuovamente menzionato lo scandalo degli abusi sessuali che ha scosso la Chiesa negli Stati Uniti pochi anni fa.

“È nel contesto di questa speranza nata dall’amore e dalla fedeltà di Dio che io prendo atto del dolore che la Chiesa in America ha provato come conseguenza dell’abuso sessuale di minorenni. Nessuna mia parola potrebbe descrivere il dolore ed il danno recati da tale abuso”, ha confessato. 

Sottolineando l’importanza che “a quanti hanno sofferto sia riservata un’amorevole attenzione pastorale”, il Papa ha confessato di non poter “descrivere in modo adeguato il danno verificatosi all’interno della comunità della Chiesa”.

Il Vescovo di Roma ha quindi incoraggiato ciascuno dei presenti “a fare quanto gli è possibile per promuovere il risanamento e la riconciliazione e per aiutare quanti sono stati feriti”. 

“Vi chiedo di amare i vostri sacerdoti e di confermarli nel lavoro eccellente che fanno – ha chiesto – . E soprattutto pregate affinché lo Spirito Santo effonda i suoi doni sulla Chiesa, i doni che conducono alla conversione, al perdono e alla crescita nella santità”.

Commentando il Vangelo della Messa odierna, il Santo Padre ha anche promosso un rinnovamento nel sacramento della confessione. 

“Confidiamo nel potere dello Spirito di ispirare conversione, di risanare ogni ferita, di superare ogni divisione e di suscitare vita e libertà nuove!”, ha detto.

“Quanto bisogno abbiamo di tali doni! E quanto sono a portata di mano, particolarmente nel Sacramento della penitenza! La forza liberatrice di questo Sacramento, nel quale la nostra sincera confessione del peccato incontra la parola misericordiosa di perdono e di pace da parte di Dio, ha bisogno di essere riscoperta e fatta propria da ogni cattolico”. 

“In gran parte – ha ammesso – il rinnovamento della Chiesa in America dipende dal rinnovamento della prassi della penitenza e dalla crescita nella santità: ambedue vengono ispirate e realizzate da questo Sacramento”.

Il Pontefice ha concluso la sua omelia parlando in spagnolo. 

“La Chiesa negli Stati Uniti, accogliendo nel suo grembo tanti suoi figli emigranti, è andata crescendo grazie anche alla vitalità della testimonianza di fede dei fedeli di lingua spagnola”, ha affermato.

Per questo, ha aggiunto, “il Signore vi chiama a perseverare nel contribuire al futuro della Chiesa in questo Paese e alla diffusione del Vangelo. Solo se rimarrete uniti a Cristo e tra di voi, la vostra testimonianza evangelizzatrice sarà credibile e si esprimerà in copiosi frutti di pace e di riconciliazione in mezzo a un mondo molte volte segnato da divisioni e scontri”.

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ZENIT Staff

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