"Eugenetica e altri malanni": il saggio di Chesterton per la prima volta in Italia

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 14 aprile 2008 (ZENIT.org).- Era il 1922 quando in Europa e negli Stati Uniti si diffuse l’entusiasmo per una nuova teoria, “l’eugenetica”, che diceva di basarsi su solide basi scientifiche. 

Ispirata al darwinismo sociale, con l’obiettivo di migliorare la specie umana attraverso la soppressione dei deboli, dei malati, dei disabili e dei meno adatti, l’eugenetica fu sostenuta e diffusa nei gruppi dirigenti della politica e dell’impresa, nella comunità scientifica, nelle università e nei mezzi di comunicazione di massa.

Chi si opponeva, come i Pontefici e la Chiesa cattolica, venne accusato di essere retrogrado e ignorante, contrario al progresso scientifico, oppositore dell’avanzamento dell’umanità. 

La storia ha poi dimostrato come la teoria eugenetica abbia partorito e cresciuto il razzismo, le misure di selezione della razza, il pregiudizio e la discriminazione delle persone con argomentazioni genetiche, la soppressione di persone definite a priori non adatte o addirittura peggiorative della specie.

Milioni di persone sono state abortite, sterilizzate, imprigionate, recluse e uccise con programmi di eutanasia forzata a causa delle teorie eugenetiche. 

Lo scrittore e giornalista Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu uno di quelli che capì subito l’orrore a cui avrebbe portato la teoria dell’eugenetica. A tal proposito, nel 1922 scrisse un libro che si è dimostrato profetico: “Eugenics and other evils” (Cassel and Company, Limited, London 1922).

Grazie all’editore Cantagalli, per la prima volta questo libro è stato tradotto in italiano ed è ora disponibile in libreria con il titolo “Eugenetica e altri malanni” (344 pagine, 22,00 Euro). 

Nel testo, Chesterton denuncia le possibili conseguenze dell’eugenetica e accusa gli eugenetici di utilizzare la ricerca scientifica per imporre una tirannia.

Secondo l’autore britannico, attraverso l’eugenetica si voleva imporre una nuova forma di totalitarismo. Chesterton predisse che gli eugenetici avrebbero realizzato un mondo in cui il matrimonio sarebbe stato deciso, scelto e imposto secondo criteri genetici. 

L’autore denuncia con decisione il fatto che con il pretesto dell’eugenetica si sarebbero violati i diritti al libero matrimonio e alla libera procreazione, con una pericolosissima invasione delle libertà civili.

Il noto scrittore critica Thomas Robert Malthus e Charles Darwin, colpevoli, a suo giudizio, di aver fornito le basi al movimento eugenetico con le teorie dell’esplosione demografica e il darwinismo sociale. 

Nel libro Chesterton, seppure ironicamente, critica in maniera esplicita i socialisti Sidney Webb, fondatore della Fabian Society, Bernard Shaw e Herbert George Wells, tutti sostenitori dell’eugenetica addirittura come “nuova religione”.

Nei documenti di appendice che accompagnano il libro di Chesterton, si riporta Bernard Shaw, il quale sostiene che “nulla se non una religione eugenica può salvare la nostra civiltà”. 

Per meglio comprendere la natura delle critiche di Chesterton, nel libro pubblicato da Cantagalli vengono riportati in appendice alcuni scritti dei suoi avversari, nonché diversi articoli della “Eugenics Review” e della “Birth Control News“.

Impressionante risulta la crudeltà delle argomentazioni alla base della teoria eugenetica: barbarie come sterilizzazione forzata, aborti, eutanasia, discriminazione razziale e sociale vengono discussi e proposti con la più totale indifferenza, in un tipico esempio della “banalità del male”.

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ZENIT Staff

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