Cardinale Cordes: il valore dell'elemosina dipende dal cuore del donatore

Commenta il Messaggio di Quaresima di Benedetto XVI

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 29 gennaio 2008 (ZENIT.org).- Il valore dell’elemosina dipende dall’intenzione, dal “cuore” con cui la persona dona, ha affermato il Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”.

Commentando questo martedì nel corso di una conferenza stampa il Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2008, sul tema “Cristo si è fatto povero per voi” (2 Cor 8,9), il porporato ha sottolineato che al giorno d’oggi “nessuno oserebbe contestare in pubblico l’assistenza ai bisognosi”.

“Il comandamento biblico dell’amore al prossimo ha segnato indelebilmente la nostra cultura, così da diventare un riferimento per credenti e non credenti. La parabola del Buon Samaritano rappresenta un richiamo morale indiscusso, almeno negli ambienti occidentali, e plasma le nostre categorie valoriali”.

L’obiettivo del Messaggio per la Quaresima del Papa, “dato il fatto che gli aspetti materiali dell’assistenza sono incontestati”, è quello di fare trasparire le intenzioni del donatore, constata il Cardinale.

“In un’epoca in cui si onora il benefattore, è di certo opportuno attirare l’attenzione sullo spirito del suo gesto: non mirare alla glorificazione di sé”, ma “alla glorificazione del Padre che sta nel cielo”, perché “l’amore di Dio sta alla radice di ogni buona azione compiuta dagli uomini”.

A tale proposito, Benedetto XVI ricorda l’episodio evangelico del sacrificio della vedova che getta due spiccioli nel tesoro del tempio di Gerusalemme (Mc 12, 41-44).

Ciò che colpisce, ha spiegato il Cardinale Cordes, non è tanto la scena che viene descritta, “perché allora come oggi è esperienza comune che le persone anche con piccoli doni rendono possibile il servizio che la Chiesa presta a Dio e al prossimo in difficoltà”.

Sconcerta, invece, il fatto che Gesù affermi che i centesimi della povera vedova valgono più delle grandi banconote donate dai ricchi. “Il buon senso pratico che abitualmente conosciamo in Gesù sembra offuscato”, osserva il porporato, riconoscendo che “ciò nonostante gli daremo ragione se ci lasciamo guidare dal suo discorso”.

L’uso del denaro in una prospettiva di fede, spiega infatti il Cardinale Cordes, “misconosce le regole della nostra esperienza nel mondo”.

“Gesù ci ammonisce che qui valgono delle leggi totalmente diverse. Il valore del nostro dono si misura non sulla base delle cifre stampate sulla moneta. Di fronte a Dio, è esclusivamente la mano di chi dona a determinare l’importanza di un dono”.

Il suo valore, dunque, “non dipende dalla grandezza del portafoglio dal quale viene tirata fuori l’offerta, ma dai pensieri e dalle intenzioni che hanno spinto a dare”.

“E’ il cuore dell’uomo a giocare il ruolo decisivo. L’atto visibile dice ancora poco”.

L’episodio della vedova, che gli Evangelisti presentano l’episodio prima del discorso sulla passione di Gesù, potrebbe avere un valore simbolico ancor maggiore di quello derivante dal generoso gesto della donna, ha concluso il porporato tedesco.

“Chi sa se la povera vedova, consegnandosi totalmente a Dio e rinunciando ad ogni forma di autoassicurazione, non abbia addirittura rincuorato il Signore ad andare per la sua via fino in fondo?”.

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ZENIT Staff

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